Protagonista del consiglio comunale di oggi – tenutosi in presenza, a partire dalle ore 17:00, presso la Sala Auditorium del Liceo Scientifico Statale “Carlo Cafiero” – è stata la questione relativa al mancato esercizio del diritto di prelazione (così come si evince dalla delibera di Giunta n. 106 del 12 giugno 2020) da parte dell’ amministrazione in merito all’acquisto del primo piano del palazzo Cantina della Sfida ubicato in via Cialdini.
La proprietà da 196 metri quadrati più un piccolo deposito (stando a quanto si apprende da un articolo pubblicato in data odierna sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”) pare dovesse essere venduta (per un importo di 205 mila euro) ad una Srl “vicina” all’assessore per la sicurezza, la mobilità e lo sport Michele Lasala, affinché fosse realizzato un bed & breakfast.
Il sindaco Cannito, oggi in consiglio, ha del resto precisato che : “Non abbiamo i soldi, abbiamo agito in buona fede per il bene comune. La giunta si è arrogata – sbagliando – una questione e un indirizzo politico che non le riguardava. Se revochiamo la delibera resta comunque “appeso” il diritto di prelazione.”
Aggiornamento : “Terminato poco fa (qualche minuto prima della mezzanotte) il Consiglio comunale durante il quale abbiamo firmato e approvato un ordine del giorno con cui chiediamo espressamente di revocare la delibera di giunta con la quale il Comune rinuncia al diritto di prelazione sull’acquisto di un’unità immobiliare sita al primo piano dell’edificio storico trecentesco di via Cialdini ove si trova la nota cantina della Disfida, simbolo della Città di Barletta nel mondo. Ha vinto il buon senso. Ha vinto Barletta!” Si legge in un post pubblicato su Facebook dalla presidente della Commissione consiliare Cultura Stella Mele.
A tal proposito riportiamo di seguito un’analisi storica di Michele GRIMALDI Responsabile delle Sezioni di Archivio di Stato di Barletta e Trani.
” Gli ultimi avvenimenti, che hanno suscitato perplessità e contrarietà, hanno visto quali protagonisti quella che è comunemente conosciuta come la Cantina della Sfida e l’amministrazione comunale di Barletta che non ha fatto valere il diritto di prelazione sull’intero edificio in questione.
La particolarità che lascia perplessi e che ancora una volta mi dimostra come la “Storia” la conoscano veramente in pochi e che quei pochi non seguano affatto o ancor peggio dileggino la massima di Cicerone “historia magistra vitae”, è quella del precedente di 71 anni fa allorquando l’amministrazione comunale del tempo, guidata dal Sindaco Isidoro Alvisi, decise di acquistare la sola cantina e non l’intero stabile sito in via Cialdini per la stessa motivazione per la quale, oggi, non si è fatto valere il diritto di prelazione e cioè…i soldi.
Desiderate una motivazione, anzi tante motivazioni, per le quali non si è esercitato il diritto di prelazione?
Palazzo Bonelli in corso Garibaldi acquistato ben 15 anni fa ( che spreco enorme di denaro pubblico!) per poi essere abbandonato così miseramente, ma anche l’ex Palazzo delle Poste che sta entrando, pian piano tra i monumenti che, come i gladiatori urlano “Ave, morituri te salutant”.
O ancora l’ex convento S. Lucia, l’ex convento S. Andrea o Carcere, l’ex Convento di S. Maria della Vittoria o ex Anagrafe e l’ex caserma Carabinieri del Porto, “allo stato in condizioni di tale degrado statico/manutentivo da richiedere lo stanziamento di notevolissime risorse economiche (diverse decine di milioni di euro) per i lavori necessari a consentirne l’utilizzo”. Bastano?
Repetita iuvant e perciò riporto i fatti documentati di quello che successe. Tutto ebbe inizio con una lettera inviata in data 10 novembre 1928 dal Commissario Prefettizio dott. Vito Lattanzio alla signora Giuseppina Panunzio vedova Massari residente a Firenze in viale Milton n.3. In quella missiva il dott. Lattanzio chiedeva notizie relativamente al fatto che “ … nel Palazzo di Sua proprietà in Piazza della sfida, già casa Damato, vi è un quarto sfitto che questo Comune avrebbe designato di prendere temporaneamente in locazione per uso di Ufficio Leva.
Nel pregare vivamente di compiacersi farmi conoscere con cortese sollecitudine quali sono le condizioni di fitto, Le sarò grato se, con l’occasione, volesse compiacersi manifestarmi altresì quali sarebbero le sue eventuali richieste ove mai (!!!) il Comune progettasse l’acquisto dell’intero stabile costandomi che Ella era intenzionata di vendere detto immobile…”.
La risposta naturalmente non si fece attendere ed appena tre giorni dopo (altro che posta celere ! n.d.r.) il 13 novembre 1928 la signora Giuseppina Panunzio dalla sua abitazione, sita in via Cernaia 1 a Firenze e non in viale Milton n. 3, rispondeva che “… il fatto del quartiere ch’Ella si compiace di chiedermi per codesto Comune è di £. 300 mensili.
Circa poi le sue richieste per un eventuale vendita dello stabile mi riservo farle conoscere in seguito ad informazioni sul valore attuale del suddetto”.
La corrispondenza tra la proprietaria della Cantina e il Commissario Prefettizio, che pressava sempre di più, divenne molto fitta fino a quando la Panunzio con lettera datata 12 febbraio 1929 comunicava che “ … la rendita lorda annua del quartiere complessivamente ascende a £. 12.000 circa”.
A fronte di tale richiesta il Commissario Lattanzio dietro sollecitazioni che giungevano dal signor Michele Viterbo Commissario della Provincia di Bari, relazionava sull’iter della contrattazione spiegando che “ … per venire incontro al riscatto ed all’acquisto della casa della signora Giuseppina Massari Panunzio, dove esiste la celebre cantina nella quale venne fissata la “Disfida di Barletta”, per ridonarla alla Storia ed istituirvi nella stessa il Museo correlativo già formato da questo Comune, mi pregio comunicare che le trattative iniziate con la proprietaria non hanno condotto ad esito fortunato in quanto la signora ha presentato una rendita di £. 12.000 circa, un prezzo questo eccessivo e maggiormente inaccettabile sol che si pensi che il fabbricato trovasi in condizioni abbastanza trasandate sia in rapporto alle condizioni statiche che a quelle igieniche”.
La contrattazione si protrasse ancora per diversi anni.
Tutto fu interrotto dall’irruzione tragica del secondo conflitto mondiale e riprese soltanto quando l’avvocato Fabrizio Rossi di Canosa, rappresentante della signora Antonietta Massari divenuta nel frattempo proprietaria della Cantina in quanto erede, con lettera del 9 dicembre 1948, comunicò al Sindaco del Comune di Barletta Isidoro Alvisi che la vendita dell’intero immobile sito in via Cialdini era possibile e che “ …il prezzo da pagarsi, non passibile di alcuna transazione, è di lire tre milioni.
Qualora il Comune non intendesse acquisire il detto comprensorio ma unicamente, invece, la Cantina della Disfida il prezzo da pagarsi è di lire cinquecentomila ”.
Tanto tuonò che piovve ! Infatti il 5 agosto 1949 con una raccomandata inviata dal Sindaco Alvisi al Ministero della Pubblica Istruzione – Amministrazione dei Monumenti, Musei, Gallerie e Scavi di Antichità. Comunicava che “ …ai sensi e per gli effetti della legge 20.6.1909 n. 364, denunzio a codesta Superiore Autorità che con contratto n°41 di Repertorio del 15 luglio 1949, registrato a Barletta il giorno 26 successivo al n°157 Mod.1° Vol.5° Serie 2^, è stato acquistato da questo Comune per la somma di £. 400.000 il seminterrato facente parte dello stabile del Secolo XIV sito in Barletta, denominato “Cantina della Sfida”, di proprietà della sig/ra Giuseppina Panunzio vedova Massari e per essa alla legittima erede sig/ra Massari Antonietta fu Raffaele vedova Fiani.
Il predetto stabile è stato dichiarato di importante interesse storico fin da marzo 1937 e pertanto sottoposto alle disposizioni contenute nella citata Legge”.
Come diceva qualcuno…mondo era, mondo è e mondo sarà.”
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