Un gruppo di ristoratori di Trani ha preso una posizione e vogliono aprire in sicurezza. Una lettera è stata inviata al Sindaco di Trani, al Presidente della Provincia BAT, al presidente del consiglio comunale di Trani, all’Assessore al Commercio di Trani e tutti i consiglieri del comune di Trani.
Lettera aperta di un gruppo di ristoratori tranesi che si è confrontato in virtù del momento critico mondiale di pandemia per COVID-19 e per via della grave crisi economica che ci sta portando a drastiche decisioni per le nostre aziende.
Ci rifiutiamo di pensare che le istituzioni non riescano ad immaginare le gravi ripercussioni che ha subito la nostra categoria con quasi 3 mesi di chiusura e il danno economico ricevuto non per nostra negligenza o volontà. Per questo esigiamo risposte e conseguenti azioni nette, precise e definitive. Siamo tra le immagini enogastronomiche più belle della nostra regione, nonché della città di Trani, meta turistica indiscussa per migliaia di persone, che offre centinaia di posti di lavoro.
Soli non possiamo rialzarci.
A tal proposito abbiamo deciso di rìvolgere, a chi ci rappresenta a livello locale e regionale, le seguenti richieste al fine di esternare le nostre preoccupazioni, volontà e per permetterci di ripartire in massima sicurezza sanitaria ed economica:
– Cancellazione di tutte le tasse e tributi comunali dalla data del DPCM che ordinava la chiusura di tutte le attività fino alla riapertura e riduzione fino al 31 dicembre 2020;
– Agevolazione e snellimento pratiche concessione suolo pubblico con nuove disponibilità di spazi
Cancellazione di tutte le fatture utenze con periodo dal 12 marzo 2020 fino a completa riapertura dell’attività;
– Misure di sostegno a fondo perduto da parte della Regione Puglia per la ripartenza delle attività;
– Investimenti da parte della Regione Puglia per rilanciare il territorio e la regione Puglia nel mondo;
– Comunicarci a più stretto giro le norme di sicurezza che dovremmo adottare per la nostra salute e quella dei nostri dipendenti;
– Tutela e supporto economico per le attività impossibilitate all’adeguamento del nuovo DPCM sicurezza per covid-19 (cucina o sala di metrature limitate) e quindi costrette a chiusura involontaria;
– Agevolazioni per nuove assunzioni
CIG al 100% fino alla riapertura totale dell’attività;
– Costi di locazione sospesi dal 12 marzo con possibilità per il proprietario mura della detrazione del 100% ed estendere la possibilità di sospendere i costi locazione anche per le attività in affitto di ramo d’azienda;
– Sospensione di mutui, leasing, prestiti senza ricalcolo di interessi per il periodo di lock
down e inizio pagamento dal 1 gennaio 2021;
– Misure di sostegno a fondo perduto garantito dallo stato al 100% alzando il tetto massimo a 100mila euro con rate da pagare dopo 24 mesi a tasso 0% in 10 anni, di cui il 50% a fondo perduto
Lettera
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