Più di 200 Aziende pugliesi del settore abbigliamento e calzaturiero sono pronte a convertire le loro produzioni e a supportare interamente la Regione Puglia.
Tra queste c’è la F&T CONSULTING di Barletta, azienda tessile che, insieme ad altre 20 aziende pugliesi, seguendo le direttive impartite dal Politecnico di Bari, ha messo a punto due tessuti per la produzione e commercializzazione delle mascherine filtranti, adatte cioè alla popolazione (non personale sanitario) ai sensi dell’art. 16, comma 2, DL n. 18 del 17/03/2020.
L’iniziativa del Politecnico di Bari, dedicata all’emergenza coronovirus, è denominata RIAPRO, riconversione aziendale per la produzione di D.P.I – dispositivi di protezione individuale –
(http://www.poliba.it/it/ateneo/riapro-riconversione-aziendale-la-produzione-di-dpi) è coordinata con la Regione Puglia e la Protezione Civile.
La F&T che ha riconvertito l’azienda è pronta anche alla produzione di mascherine.
Batmagazine ha intervistato Saverio Zagaria di Andria progettista dei tessuti e responsabile commerciale dell’azienda di Barletta.
Che tipo di azienda è la “F&T Consulting” di Barletta
La “F&T Consulting” produce e commercializza tessuti che poi rivende sul territorio nazionale. Nell’ambito dell emergenza Covid 19 si è subito adoperata, in collaborazione col politecnico di Bari, per mettere a punto una delle linee guida da seguire per la produzione di mascherine filtranti, nella fattispecie la lettera E, ottenendo il riconoscimento da parte del Politecnico stesso.
Come state procedendo per la produzione delle mascherine?
In realtà, come dicevo prima, noi abbiamo convertito già l’azienda per essere pronti per la produzione, ma ci sarebbe un punto molto importante da chiarire e, in questo caso, mi rivolgo, a nome di tutte le aziende del nord barese e della Puglia più in generale, al presidente, Michele Emiliano, affinché prenda in seria considerazione che più di 200 aziende del settore abbigliamento, ma anche calzaturiero e non solo, sono pronte a supportare interamente la Regione Puglia, senza che quest’ultima continui ad approvvigionarsi dalla Cina.
In definitiva lei cosa chiede esattamente?
Chiedo di dare ascolto all’eccellenza e professionalità che abbiamo in Puglia, visto che la filiera potrebbe produrre anche camici, tute, calzari, traverse per letti di ospedale, ovvero 5 milioni di pezzi a settimana.
Chiedo di salvare le aziende che sarebbero già pronte per partire, poiché hanno sanificato gli ambienti e si apprestano ad avere certificazioni importanti, tipo ISO 9001:9015.
Chiedo di prendere ad esempio la Regione Piemonte che sta comprando solo da aziende piemontesi o dal distretto di Carpi e che ha fatto sistema per fornire la Regione.
La Puglia è uno dei tre poli tessili più importanti in Italia e dando lavoro alle aziende pugliesi consentiremmo la
continuità aziendale, il mantenimento dei posti di lavoro ed eviteremmo la Cassa integrazione senza gravare sullo Stato.
Faremmo ripartire subito l’economia, perché il lavoro genera lavoro, che a sua volta genera economia e che a sua volta produce reddito.
Così facendo salveremo migliaia di posti di lavoro e famiglie.
Gli imprenditori pugliesi chiedono lavoro e non aiuti
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