di Antonio Leonetti
Alcune agenzie nazionali riprendono un’indagine condotta da Ipsos nella Cina post lockdown “Coronavirus in Cina: impatto e ripresa”: uno dei risultati vede un forte incremento dell’utilizzo dell’auto privata a discapito del trasporto pubblico.
Contestualizzando questa indagine nei nostri comuni, ne deduco che in un territorio come il nostro, gli effetti del corona virus, delle paure e del distanziamento sociale che ne conseguono, dovranno essere gestiti con molta attenzione.
Nella nostra provincia si evidenzia da tempo la carenzadi servizi di trasporto che connettano in modo adeguato le città e i propri quartieri, coadiuvata dalla bassa propensione dei cittadini a volersi disfare dell’automobile.
In questo momento, il post-covid19 incute più timore della quarantena; leggendo i risultati dell’indagine Ipsos, soffermandoci sulle modalità di trasporto scelte, provo ad immaginare le conseguenze sul nostro territorio: la paura del virus e il distanziamento sociale porteranno ad un raffreddamento delle relazioni,amplierannoi gradi di diffidenza e renderanno i luoghi di ritrovo (bar e ristoranti in primis) più selettivi:potrebbe risultare in un aumento dell’individualismo sociale con ripercussioni evidenti anche sul trasporto pubblico; pertanto, come conseguenza diretta, desterebbe preoccupazione un’invasione di autovetture nelle città,avallata da una tacita attenuante legata alla paura covid19.
Immagino la superbia di molti che vorranno recuperare il tempo “perso” e che si sentiranno giustificati nell’utilizzo dell’automobile in modo indiscriminato: rifletto su coloro che utilizzano l’auto per brevissimi tratti o per un semplice sightseeing (giro turistico) in città;vorrei rendere questo timore un momento costruttivo: le amministrazioni devono intervenire, le automobili sporcano le città e ne siamo tutti consapevoli.
Durante la quarantena abbiamo constatato con le nostre esperienze che con le auto ferme, l’aria è più pulita, l’orizzonte è chiaro, la natura ha cominciato a riprendersi i propri spazi, ed oggi il ritorno alle solite abitudini ne è la vera minaccia.
Ci sono profonde preoccupazioni per l’impatto sia a livello lavorativo, perché le società di trasporto pubblico devono studiare nuove strategie salvaguardando i posti di lavoro, siaa livello gestionale per gli addetti del traffico delle città e dei nostri territori: la propensione e quindi l’incremento della mobilità privata si traduce in aumento delle emissioni nocive, intasamento delle arterie e quindi del traffico veicolare, e dilatazione dei costi di trasporto.
Bisogna agire rapidamente: disincentiviamo l’auto nelle città, abilitiamone il suo utilizzo solo accompagnato da una valida autocertificazione e rafforziamo i controlli; di contro, rafforziamo l’utilizzo della bici, incoraggiamola popolazione a fare acquisiti nei mercati di quartiere, favoriamo la consegna a domicilio e sosteniamo i cittadini che prediligono spostarsi a piedi.
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