Sono giorni difficili per il Governo italiano, costretto ad elaborare soluzioni efficaci per tutti i settori produttivi al fine di contrastare l’emergenza da Covid-19.
Ciò che preoccupa maggiormente, tra gli altri, è la scuola.
Mentre si continua ad assicurare la didattica online, parlando anche a livello nazionale della proroga della chiusura delle scuole ben oltre il 3 aprile senza escludere l’ipotesi di un possibile ritorno tra i banchi a settembre, si cominciano a studiare anche i possibili scenari per l’esame di Maturità 2020.
Il Ministro all’Istruzione, Lucia Azzolina, sta preparando in queste ore un piano d’emergenza per cercare di portare a termine l’anno scolastico in questa situazione inconsueta ed allarmante.
460mila studenti si chiedono in trepidazione quale sarà la loro sorte, anche se il via libera al piano per la scuola si attende dopo Pasqua, una volta che si sarà determinato il ritorno.
Due gli scenari possibili.
– Se si dovesse tornare a scuola dopo il 17 maggio, data limite per gli esperti, i maturandi saranno tutti promossi ma non ci saranno due scritti, solo un maxi esame orale, lungo almeno un’ora con esercizi matematici o traduzioni, a seconda del tipo di percorso: si tratta di una soluzione già adottata in altri casi d’emergenza, come il terremoto de L’Aquila.
In questo caso, il più probabile, l’orale varrebbe 60 punti su 100 con gli altri 40 assegnati con l’analisi degli anni scolastici di terza e quarta superiore e partirebbe dal 17 giugno.
– Se invece, ipotesi più remota, dovesse esserci un ritorno in aula ai primi di maggio, ci sarà l’ammissione all’esame per tutti, anche quelli che avevano qualche insufficienza. Le carenza saranno recuperate i primi mesi del prossimo anno scolastico.
Così ci sarebbero quattro settimane piene di studio e l’esame prevederà scritti e orali: il 17 giugno la prima prova di italiano, su un programma ridotto viste le difficoltà di svolgimento del secondo quadrimestre; la seconda prova sarà a discrezione delle singole commissioni, quest’anno tutte interne tranne che per il presidente di commissione, in base agli argomenti trattati nelle singole scuole.
Il tutto da svolgere entro metà luglio.
Se addirittura la situazione di emergenza dovesse protrarsi oltre, si opterebbe allora per l’esame online: a quel punto si “accoderebbero” anche gli studenti di terza media in un maxi colloquio orale.
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