Come è noto, il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell’11 marzo scorso ha disposto la chiusura di bar e di pasticcerie, tranne che per le consegne a domicilio, punto 2 art.1 Dpcm 11 marzo 2020, lasciando invariate le aperture per i panifici e le salumerie ma solo per la vendita dei prodotti diversi da quelli di pasticceria e gelateria.
Pertanto le attività di panificazione e le salumerie non possono esporre e vendere al pubblico prodotti che sono propri di quelle attività per le quali è stata prevista la chiusura salvo che per le consegne a domicilio, punto 2 art.1 Dpcm 11 marzo 2020.
Purtroppo in molte città questa disposizione non viene rispettata.
In questi giorni di emergenza, entrando in panifici e salumerie ci si può trovare di tutto: dai cornetti caldi appena sfornati, ai pasticcini, a torte di tutti i tipi, a biscotti di ogni gusto e oggi, 19 marzo, Festa del Papà, anche zeppole! Oltre a tutti i prodotti di pizzeria.
“Chi magne gallin e chi gnott velein” (Chi mangia galline e chi ingoia veleno) è il caso di dire!
Baristi e pasticceri, con le loro attività chiuse ormai da più di una settimana, sono sul piede di guerra e non ci stanno a questa ennesima “ingustizia”:
“Non crediamo siano beni primari e necessari i pasticcini o i cornetti” – affermano alcuni titolari di attività andriesi.
“Non è giusto che panifici vendano prodotti che avremmo dovuto vendere noi. Le nostre attività sono al collasso!” – concludono.
In effetti è una vera e propria ingiustizia.
Supermercati, panifici e salumerie dovrebbero mettere a disposizione dei clienti solo prodotti di prima necessità, quindi pane, latte, salumi ecc… Non altro.
Invece, in barba a tutte le disposizioni e approfittando della situazione di emergenza, prevale l’egoismo e la sconsideratezza, specie in questo giorno particolare.
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