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Barletta e Andria – Referendum costituzionale e referendum sociali: istruzioni per l’uso

14 Maggio, 2016 | scritto da Redazione
Barletta e Andria – Referendum costituzionale e referendum sociali:  istruzioni per l’uso
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[add_eventon show_et_ft_img=”yes” ft_event_priority=”yes” ]Barletta Cinque Stelle, aderendo alla campagna informativa del Movimento 5 Stelle “Firma Day”, evento nazionale organizzato dal Movimento 5 Stelle per sostenere i referendum contro l’Italicum e la riforma costituzionale, terrà un banchetto informativo domenica 15 Maggio in via Mura San Cataldo nei pressi dell’ingresso dei giardini del Castello.

Al gazebo informativo sarà presente a partire dalle ore 11 il Portavoce in Senato del Movimento 5 Stelle Sen. Lello Ciampolillo che illustrerà le ragioni per votare NO il prossimo Ottobre quando i cittadini italiani saranno chiamati a esprimere il proprio voto sulle riforme costituzionali promosse dal governo Renzi e approvate dal Parlamento.

Ad Andria invece, gli attivisti e i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Andria saranno in Viale Crispi, angolo Corso Cavour.

Gli elettori dovranno decidere se confermare o non confermare la revisione della Costituzione che riduce il Senato a un’assemblea non eletta dai cittadini e sottrae poteri alle Regioni per consegnarli al governo, mentre scompaiono le Province.

Non è previsto il quorum: vinceranno i “sì” o i “no” indipendentemente da quante persone andranno a votare.

Le ragioni per votare no a questa riforma della nostra Costituzione previste nel DDL Boschi sono diverse: il bicameralismo, lungi dall’essere superato, risulta più confuso che mai e crea conflitti di competenza tra Stato e Regioni, tra Camera e nuovo Senato; non impatta sui  costi della politica poiché i costi del Senato si riducono solo di 1/5; non consente la semplificazione poiché moltiplica fino a dieci i procedimenti legislativi e incrementa la confusione; impedisce la partecipazione diretta dei cittadini poiché triplica da 50.000 a 150.000 le firme per i disegni di legge di iniziativa popolare; non è una riforma innovativa perché rafforza il potere centrale a danno delle autonomie, private di mezzi finanziari; non è una riforma legittima perché è stata prodotta da un parlamento eletto con una legge elettorale (Porcellum) dichiarata incostituzionale; non garantisce la sovranità popolare perché insieme alla nuova legge elettorale (Italicum), già approvata, espropria la sovranità al popolo e la consegna a una minoranza parlamentare che solo grazie al premio di maggioranza si impossessa di tutti i poteri. Infine non garantisce l’equilibrio tra i poteri costituzionali, perché mette gli organi di garanzia (Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale) in mano alla falsa maggioranza prodotta dal premio.

La revisione costituzionale, tuttavia, rientra in un più ampio disegno orientato a stravolgere la Democrazia della nostra Repubblica. Con la legge elettorale “Italicum”, trasformata in legge (L. 6 maggio 2015 n. 52) si vuole dare un’impronta profondamente autoritaria alla nostra repubblica parlamentare. Per questo, l’insostenibilità costituzionale e politica del nuovo sistema rende necessario riaprire il dibattito per far emergere le storture che devono essere corrette. Il Comitato per il Referendum contro l’Italicum lo ha definito “una pistola carica puntata alle tempie della democrazia”. Tale minaccia può essere scongiurata con due referendum abrogativi per cui è iniziata la raccolta delle firme.

Sarà possibile firmare presso l’ufficio URP del Comune dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 13, il martedì e il giovedì dalle ore 16.30 alle ore 18.30.

Col primo si chiede l’eliminazione del premio di maggioranza, che crea una forte distorsione fra la volontà espressa dagli elettori e la composizione dell’Assemblea parlamentare, consentendo  a un partito che al primo turno prenda una percentuale anche inferiore al 20 per cento dei voti di essere maggioranza parlamentare con il ballottaggio.
Il secondo referendum è per l’abrogazione dei capilista bloccati al fine di abolire il privilegio riservato ai capi dei partiti di “nominare” la maggior parte dei parlamentari e restituire ai cittadini elettori il diritto di scegliere, nell’ambito delle liste che partecipano alla competizione elettorale la persona da cui farsi rappresentare.

Oltre alla raccolta firme contro l’Italicum, lo scorso 9 e 10 aprile è partita anche la campagna di raccolta firme per i “Referendum Sociali” con l’obiettivo di neutralizzare le leggi del governo Renzi in tema di Buona Scuola, Lavoro e Ambiente.

Per la Buona Scuola i quesiti sono quattro:

  • Abrogazione di norme sul potere discrezionale del dirigente scolastico di scegliere e confermare i docenti nella sede.
  • Abrogazione di norme sul potere del dirigente di scegliere i docenti da premiare economicamente e sul comitato di valutazione.
  • Abrogazione di norme sull’obbligo di norme sull’obbligo di almeno 400-200 ore di alternanza scuola-lavoro.
  • Abrogazione di norme sui finanziamenti privati a singole scuole.

Per il “Lavoro” i quesiti sono tre, pubblicati sulla G.U. n.69 del 23 marzo 2016, e sono  finalizzati al sostegno della proposta di legge della Carta per i diritti universali del lavoro:

  • Cancellazione del lavoro accessorio (voucher)
  • Reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti
    Nuova tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per tutte le aziende al di sopra dei cinque dipendenti.
  • La proposta di legge di iniziativa popolare si rivolge a tutti i lavoratori e vuole tutelare «un patrimonio di diritti individuali e collettivi quanto alla rappresentanza di tutti, privati e pubblici, subordinati e autonomi e occasionali, basta che intrattengano un rapporto di lavoro», compreso anche lo stage e o il tirocinio. L’obiettivo è che «ogni lavoratore non si deve trovare alla mercè dell’organizzazione e ognuno possa esprimere la propria personalità»(Vittorio Angiolini, Costituzionalista).

Per l’Ambiente i quesiti sono due, più la petizione popolare sui beni comuni:

  • Trivelle zero, per chiedere l’abrogazione in Italia di nuovi progetti di perforazione ed estrazione in terraferma e in mare (non riguarda le concessioni già assegnate dallo Stato).
  • Inceneritori. Si tratta di cancellare la classificazione degli inceneritori come strutture strategiche di preminente interesse nazionale. L’obiettivo è quello di bloccare nuovi e vecchi impianti.
  • Beni comuni, la petizione che sancisce ancora una volta che l’acqua è un bene pubblico (principio stabilito dal referendum del 2011 e disatteso) e che il decreto attuativo della legge Madia sulla Pa deve essere ritirato visto che riduce la gestione pubblica dei servizi.

In conclusione, si tratta di cinque referendum abrogativi (con più quesiti ciascuno), due leggi di iniziativa popolare (Lip) e una petizione popolare. Ci sono sei mesi di tempo per raccogliere 50mila firme necessarie per le Lip e 500mila firme in tre mesi per i referendum abrogativi. Una calda Primavera dunque, cui tutti i cittadini italiani sono chiamati a partecipare per difendere la nostra Democrazia, i nostri diritti e la nostra salute contro i privilegi di pochi. Come ci ricorda Alexander Dubcek, “La democrazia non è solamente la possibilità ed il diritto di esprimere la propria opinione, ma è anche la garanzia che tale opinione venga presa in considerazione da parte del potere, la possibilità per ciascuno di avere una parte reale nelle decisioni”. E Dubcek di “Primavere” ne sapeva qualcosa.

Pasquale Labbate – Barletta Cinque Stelle

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