“La conoscenza deve essere lo strumento per superare qualsiasi tipo di stereotipo e strumentalizzazione politica; con la conoscenza i possono superare le culture dell’odio che oggi mostrano tutta la loro pericolosità”.
Lo ha riferito l’assessore comunale Cherubina Palmieri nel corso dell’incontro dal titolo “Il giorno del ricordo” nella biblioteca Giovanni Bovio di Trani.
Sotto la lente d’ingrandimento gli eventi che nel corso della Seconda Guerra Mondiale hanno originato il fenomeno “dell’infoibamento” di molti italiani e non solo nelle regioni della Venezia Giulia e Istria.
Eventi che hanno portato ad uno scontro etnico-politico in cui in molti hanno dovuto soccombere dinanzi alla forza delle armi dell’esercito di liberazione jugoslavo di Tito. Diverse migliaia di persone sono morte e in tanti hanno dovuto abbandonare le proprie terre.
“Un momento della storia da conoscere e che non deve essere scordato, ha detto lo storico Tommaso Fontanaè fondamentale per creare il futuro”.
Ma come è stata possibile tanto crudeltà? Parte da lontano dal XVII secolo e che diventa una tragedia quando forze esterne si sovrappongono ad una popolazione che ha vissuto per tanto tempo in una condizione di subalternità.
A portare la sua testimonianza Elisabetta Papagni, nipote di Antonio Papagni che è stato infoibato e riconosciuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. La famiglia pensava che fosse scomparso in guerra, in realtà era finito nelle foibe.
“La distanza storica, ha detto Elisabetta Papagni, ci permette oggi di guardare con serenità ed obiettività a quella che è stata una delle pagine più tragiche della storia italiana”.
VIDEOINTERVISTA – Cherubina Palmieri, Assessore Comune di Trani
VIDEOINTERVISTA – Tommaso Fontana, storico
VIDEOINTERVISTA – Elisabetta Papagni – Testimone
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