“Il premier Giuseppe Conte ha scoperto le carte e quello che temevamo si profila come la strategia che il Governo ipotizza per la Banca Popolare di Bari: una possibile soluzione di mercato. Vale a dire la concreta possibilità che uno dei più grandi patrimoni bancari del Sud vengano svenduti. Tutto questo non può passare in silenzio. In ballo non c’è solo ‘una banca’, ma il futuro economico-produttivo di un intero territorio.
Per questo è necessario che ci sia una chiara discussione prima che il destino della Popolare di Bari sia segnato definitivamente. Preoccupa, poi, non poco anche il silenzio delle Istituzioni locali, pronte a sfornare dichiarazioni e comunicati all’indomani del commissariamento da parte della Banca d’Italia, e che ora di fronte a questa soluzione stanno zitte.
“A questo punto ci chiediamo: che fine ha fatto la Banca del Sud? Era, come previsto, un bluff? Perché’ il Governo non si è mai attivato con la Commissione Europea per notificare o semplicemente comunicare quanto previsto dal DL Crescita (DL 34/2019, art. 44.bis) che avrebbe consentito alla Banca Popolare di Bari un credito d’imposta di 500 milioni di euro?
“Avevamo già espresso grandi perplessità sull’operato del Governo, ora siamo davvero preoccupati. Non vorremmo che anche per la Popolare di Bari si apra una fase di lunga e lenta agonia senza soluzione con danni per i risparmiatori, i dipendenti e per le casse dello Stato”.
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