La questione “parità di genere” è un nodo che persiste tra le fila del consiglio comunale, ormai da più di un mese, mediante un’ interpellanza posta in essere dai consiglieri 5 stelle.
Su dieci assessori in giunta quattro devono essere necessariamente donne onde rispettare quanto previsto dall’art.1 della LR 56/2014 sulla parità di genere.
Subito pronta, dopo la nomina di Nicola Salvemini (figlio di Andrea ex consigliere comunale socialista da sempre vicino all’attuale sindaco Cannito) avvenuta meno di due mesi fa, subentra alle Politiche Sociali sua sorella (sempre figlia di Andrea): l’educatrice (trentanovenne) Maria Anna Salvemini.
Foto : Nicola Salvemini “BarlettaNews24city”
La nomima della Salvemini era già nell’aria a seguito della diffida, notificata la scorsa settimana al sindaco Cannito, da parte della consigliera regionale della Commissione Pari opportunità Anna Maria Maraschio la quale invitava il primo cittadino a regolamentare la giunta entro cinque giorni dalla diffida stessa (pena ricorso al TAR) quest’ultima definita (durante il consiglio comunale dello scorso 9 dicembre 2019) “priva di titolarità” da parte del Sindaco poiché “si tratta di una questione istituzionale e non lavorativa”
“Grottesco e inverosimile“ sono i primi aggettivi espressi su Facebook dal M5S barlettano, proprio per descrivere l’operato del Sindaco in merito alla scelta della nuova assessora.
“Speravamo fosse solo una voce di corridoio e invece è la realtà: un assessore di un Comune di 100.000 abitanti si dimette e viene sostituito da…sua sorella.
Una notizia tanto assurda che si fa fatica a credere sia vera, ma ormai non c’è più nulla di cui stupirsi.
Grazie a questa amministrazione comunale siamo diventati lo zimbello d’Italia.
Speravamo che il sindaco e la Giunta lavorassero per risolvere i problemi della città e invece non fanno altro che produrre atti moralmente e politicamente discutibili che creano rabbia e indignazione tra i cittadini e fanno parlare di noi sempre e solo in termini negativi.
La città della Disfida, la città della Resistenza, la città di Carlo Cafiero e di Pietro Mennea, derisa in lungo e in largo.
Mentre a soli 10 km di distanza c’è chi si candida a Capitale della Cultura, Barletta è sempre più capitale del “tengo famiglia”.
Una vergogna senza fine che costerà caro alla nostra immagine e alla nostra credibilità istituzionale.
Vorrei tanto svegliarmi e scoprire che si è trattato solo di un brutto sogno.”
Sono invece le primissime dichiarazioni postate sempre sui social dal consigliere di” Coalizione Civica” Carmine Doronzo.
Una questione, quella della parità di genere di “stampo famigliare” che quasi sicuramente sarà ancora discussa nel prossimo consiglio comunale in programma per il 20 dicembre 2019 (con inizio alle ore 9:00 in Via Zanardelli ) quando si affronteranno altresì i seguenti punti all’ordine del giorno:
1. Interrogazioni e interpellanze.
2. Ratifica delibera di G.C. n. 225 del 07/11/2019 di variazione urgente
al bilancio di previsione 2019/2021.
3. Ratifica delibera di G.C. n. 259 del 29/11/2019 di variazione urgente
al bilancio di previsione 2019/2021.
4. Variazione di bilancio ai sensi dell’art. 175 c. 3 lettera a) del
T.U.E.L.
5. Riconoscimento e presa d’atto debito fuori bilancio derivante dalla
sentenza n. 223/2019 del Giudice di Pace di Barletta Avvocatura
comunale.
6. Riconoscimento e presa d’atto debiti fuori bilancio derivanti da
sentenza n. 1984/19 Avvocatura.
7. Riconoscimento e presa d’atto debito fuori bilancio derivante dalla
sentenza n. 333/2019 del Giudice di Pace di Barletta Avvocatura
comunale.
8. Riconoscimento e presa d’atto debiti fuori bilancio derivanti da
sentenza n. 285/19 Avvocatura.
9. Sperimentazione micromobilità elettrica ex D.M. 229 del 04/06/2019
Ministero Infrastrutture e Trasporti. Mozione.
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