Un getto di vapore, per eliminare le uova di sputacchina, ovvero l’insetto vettore del batterio Xylella che ha ucciso centinaia di ulivi nel salento e che sta dilagando pian piano in tutta la regione pugliese.
Ideatori del progetto, l’Università di Bari e l’istituto di ricerca privato Dyrecta Lab di Conversano (Bari), che con un macchinario realizzato su misura, promettono di estirpare direttamente dal terreno il tanto odiato “virus”.
Il progetto è stato presentato lunedì 9 dicembre in conferenza stampa dal gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, dal prof. Alessandro Massaro dell’Università di Bari che fa parte del gruppo di lavoro coordinato da Francesco Porcelli, docente di Entomologia del Dipartimento di Scienze del Suolo, della pianta e degli alimenti (DiSSPA), e da Angelo Maurizio Galiano, amministratore di Dyrecta Lab.
Il macchinario, che al momento ha un costo importante – dai 50 a 100mila euro – ma non inaccessibile visto la portata dei danni fatti dalla Xylella fastidiosa dovrebbe ridurre sino al 99% le popolazioni dei vettori della malattia tra l’altro “in modo sostenibile per l’ambiente”
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