E’ del 7 novembre la delibera del consiglio provinciale itinerante della Bat, tenutasi a Barletta, durante la quale è stata deliberata anche la riconversione del “Centro Ricerche Bonomo” in ostello della gioventù e centro di animazione turistico-culturale con un finanziamento di 3 milioni e trecentomila euro.
Una decisione che ha suscitato non poche polemiche, determinate soprattutto da ciò che esso doveva rappresentare e che invece rappresenterà.
Abbiamo per questo intervistato il Vicepresidente del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, dr. Cesareo Troia.
In realtà le vicissitudini che si sono susseguite per questa bellissima struttura, posta nelle vicinanze del sito Unesco Castel del Monte, sono davvero tante.
La sua storia comincia nel lontano 1958 quando la famiglia Bonomo decide di realizzare un orfanotrofio per offrire aiuto a ragazzi orfani o economicamente disagiati.
La svolta arriva poi nel 1978 quando la famiglia Bonomo cede la struttura alla Provincia di Bari che, su indicazione dei suoi fondatori, ne cambia destinazione e finalità dando così vita al Centro Ricerche Bonomo. Un centro di eccellenza che ha come finalità la ricerca e la sperimentazione in agricoltura oltre alla salvaguardia della qualità dei prodotti ortofrutticoli dell’Italia Meridionale. Nel corso degli anni il centro partecipa a numerosi progetti commissionati da enti pubblici e da aziende private raggiungendo importanti traguardi nel campo della ricerca. Nel 2005 viene anche accreditato presso la Regione Puglia come ente di formazione.
Dal 2010 però una serie di circostanze negative di natura finanziaria portano il centro alla paralisi. Nel 2011 l’assemblea dei soci pone in liquidazione il consorzio con un debito fuori bilancio di cinquecento mila euro. Una somma non smisurata ma che crebbe col passare degli anni.
Nel 2013 viene istituita la Fondazione Bonomo: l’intento era quello di riprendere le attività di ricerca coinvolgendo anche il privato partendo da quattro PIF (progetti integrati di filiera) della Regione. I lavoratori licenziati vengono reintegrati a cui si aggiungono 15 nuovi operai. Tutto inutile, infatti ultimati quei progetti, a Giugno 2016 il centro chiude definitivamente i battenti.
La situazione del centro di ricerca Bonomo nel 2017 è paradossale. L’intera area è completamente abbandonata e chiusa.
Ci auguriamo che questa riconversione in ostello della gioventù, oltretutto posto sul percorso della “Via Francegena”, possa essere di impulso allo sviluppo turistico, ma anche trampolino di lancio per recuperare quel polo di eccellenza di ricerca e formazione che ha sempre rappresentato negli anni per tanti studiosi e studenti.
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