Niente da fare per tutti gli imprenditori che, proprio grazie ai loro investimenti, in questi anni erano riusciti a ridare luce alle vie del centro e del centro storico andriese, riportando ad Andria gran parte della “movida” che negli anni ormai frequentava solo le città limitrofe.
Con propria ordinanza del 14 novembre 2019, infatti, il Tar Puglia, sezione terza, ha respinto la richiesta di sospensiva, chiesta da cinque esercenti l’attività di somministrazione di alimenti e bevande (4 in corso Cavour e 1 in piazza Imbriani) che avevano impugnato, chiedendone l’annullamento, gli atti con i quali il Comune aveva disposto la diffida alla rimozione immediata delle strutture abusivamente installate sull’area esterna al loro esercizio pubblico; contestato il verbale di accertamento della occupazione abusiva, con applicazione della sanzione accessoria del ripristino dello stato dei luoghi, ed il provvedimento di diniego della domanda di occupazione di suolo pubblico.
Il Tar non ha ritenuto dunque sussistente il periculum in mora “giacchè la diffida gravata si limita a preannunziare l’adozione della successiva sanzione consistente nella sospensione dell’attività di pubblico esercizio”, e ritenuto che la stessa rimozione delle opere abusive “non possa che risolversi in una sanzione accessoria rispetto alla sanzione amministrativa pecuniaria che,allo stato, non risulta comminata e che andrebbe comunque contestata innanzi al giudice ordinario”.
Dunque la diffida a rimuovere le strutture è efficace e si può procedere alla relativa esecuzione.
Il Tar ha poi fissato al 18 novembre 2020 la data della udienza pubblica per l’esame del merito del ricorso.
Quindi, dopo l’involuzioneche ha visto in pochi mesi, decine di imprenditori scappare dal centro storico, aspettiamo ora l’ennesima distruzione di quel pò di imprenditori che rimasti in centro, che ora vedranno il loro investimenti, – circa 15.000€ per un dehors – andare in fumo.
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