Sono stati sorpresi all’interno di un capannone mentre smembravano una Ford Fiesta rubata poche ore prima a Matera. Erano in un deposito di auto in procinto di essere smantellate e di una miriade di pezzi di autovetture già cannibalizzate.
Lo hanno accertato l’altra mattina i Carabinieri di Gravina in Puglia, che hanno arrestato un 55enne e un 52enne del luogo, pregiudicati per reati specifici, con le accuse di ricettazione e riciclaggio di autovetture in concorso.
I militari, durante un servizio finalizzato a prevenire e reprimere i reati contro il patrimonio, in particolare i furti e riciclaggio di autovetture, hanno notato dei movimenti sospetti nei pressi di un capannone ubicato in contrada Murgetta e per questo hanno deciso di avvicinarsi per compiere un controllo.
Fatta irruzione nella struttura, i Carabinieri hanno sorpreso i due mentre stavano smantellando una Ford Fiesta e, in particolare, mentre uno di loro era intento a modificare il numero di telaio della stessa, utilizzando dei punzoni alfanumerici.
Poco distanti dalla Ford, invece, sono state rinvenute ulteriori quattro autovetture, parzialmente smantellate, riconducibili a due Fiat Punto e a una Fiat 500, anch’esse rubate a Matera, rispettivamente le prime due, durante la scorsa settimana, mentre la terza a gennaio scorso. Sul conto di una quinta autovettura, ormai ridotta a sola scocca di una Fiat Panda, sono in corso verifiche finalizzate ad individuarne il proprietario, essendo priva del numero di telaio.
Nell’edificio sono stati trovati, accatastati e divisi per tipo e specie, una quantità impressionante di pezzi appartenenti ad autovetture delle più disparate marche, tra cui blocchi propulsori, piantoni di volante, marmitte, portiere, cofani, paraurti, parafanghi, plance, tappezzerie, cablaggi elettrici, pneumatici, sospensioni e una trentina di centraline di varie marche di autovetture, alcune delle quali decodificate e pronte per essere impiegate nella commissione di ulteriori furti di veicoli.
Immediatamente sono scattate le manette ai polsi dei due, che su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, sono stati condotti in carcere.
Quanto rinvenuto, per un valore stimato in circa 150mila euro, è stato invece sequestrato.
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