Da via Flavio D’Excelsis, ad Andria, ad un certo punto si apre uno spettacolo indecente e vergognoso.
Pieno centro storico, uno dei più grandi e caratteristici della Puglia.
Immaginiamo per un momento di essere turisti in visita nella città federiciana: dopo aver ammirato la maestosità del Palazzo Ducale ci appropinquiamo verso la strada prospiciente l’edificio, e mentre passeggiamo, magari con la cartina della città tra le mani, alla nostra destra notiamo qualcosa di sconvolgente.
Tutte le belle parole spese fino a quel momento su Andria divengono in un attimo cenere: all’angolo della strada uno schienale in pelle di una sedia, accanto un comodino in legno rovesciato.
Oggi il centro storico si presenta così. L’incuria ormai è il biglietto da visita del luogo: una discarica a cielo aperto tra inciviltà dei residenti e carenze di servizi ordinari. Le erbacce, cresciute quasi in maniera beffarda sui cigli della strada, sono divenute cespugli e pian piano stanno invadendo l’uscio del Conservatorio di Sant’Anna, ma l’immagine emblematica del degrado è il cartello di colore giallo apposto fuori dall’edificio: degradato dal tempo e vandalizzato dai perdigiorno.
La cartolina della vergogna. Deturpare ed inquinare l’ambiente danneggia tutta la comunità sia dal punto di vista salutistico, sia economico.
Qualcuno questo aspetto non l’ha ancora compreso bene.
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