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Sequestati 145 kg di prodotti ittici ad un motopesca nel porto di Trani. FOTO

23 Agosto, 2019 | scritto da Alessandro Liso
Sequestati 145 kg di prodotti ittici ad un motopesca nel porto di Trani. FOTO
Cronaca
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Alle prime luci dell’alba della giornata di ieri, è scattato il blitz dei militari della Capitaneria di Porto di Barletta e dell’Ufficio Locale Marittimo di Trani, volto a contrastare ogni forma di illecito connesso alla filiera della pesca.

L’operazione ha permesso di riscontrare violazioni in materia di detenzione ed uso di attrezzi da pesca non consentiti contestate ad un motopesca in rientro dalle attività di pesca e di cattura del dattero di mare nei confronti di un pescatore sportivo.
In totale sono state elevate due sanzioni per un importo complessivo pari a 6.000,00 € e sequestrati 145 kg di prodotto ittico compreso novellame di triglia (agostinelle) e due reti a strascico complete di divergenti.

Nel corso delle predette attività è stato, altresì, sorpreso un pescatore sportivo intento alla distruzione del fondale marino per raccogliere datteri (Lithophaga lithophaga). I militari hanno proceduto al sequestro del prodotto illegalmente pescato (13 kg) e delle attrezzature utilizzate. Il pescatore è stato, pertanto, deferito all’Autorità Giudiziaria.

Il prodotto ittico, dopo il parere favorevole del medico veterinario è stato devoluto agli enti caritatevoli della zona. I datteri di mare, per i quali è vietata la cattura, la detenzione e il consumo, su disposizione del magistrato di turno, sono stati reimmessi nel ciclo biologico.
L’attività posta in essere assume particolare rilevanza atteso il periodo di fermo biologico che vige in questo periodo dell’anno ove è vietata la pesca con i sistemi a strascico, al fine di consentire il ripopolamento delle specie ittiche.

Si rimarca, infine, che la pesca del dattero è particolarmente distruttiva dell’habitat marino, sono necessarie attrezzature quali martelli pneumatici e pinze, il cui utilizzo danneggia la fauna e la flora marina che si forma dove il dattero trova il proprio alloggio naturale, al punto che bisogna attendere decenni affinché la stessa, una volta danneggiata, si possa ripristinare.

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