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Trani – M5S, Pertout: “ho vergogna per quello che il Movimento è diventato”

5 Agosto, 2019 | scritto da Antonella Loprieno
Trani – M5S, Pertout: “ho vergogna per quello che il Movimento è diventato”
Politica
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Riportiamo il posto pubblicato dalle ex esponente del MoVimento 5 Stelle di Trani Manlio Pertout sulla sua pagina Facebook e che da 2 anni si è dissociato dallo stesso.

“Non ho rimpianti nella vita.
Tutto ciò che ho fatto mi ha portato qualcosa di bello o mi ha insegnato qualcosa di buono.
E la passione per la politica mi ha portato quell’avventura straordinaria che è stata il Movimento; straordinaria per l’entità della sfida e per la varietà delle donne e degli uomini che hanno incrociato quel breve cammino.
Nessun pentimento quindi: tornando indietro la mia irruenza e la mia pazienza finirebbero per percorrere gli stessi passi.
Ma vergogna sì.
Vergogna un po’ ne ho.
Vergogna per quello che il Movimento è diventato.
Doveva essere un cambiamento nella testa delle persone e non nelle cariche istituzionali.
Dovevamo pretendere da noi stessi la consapevolezza che l’esempio cambia il punto di vista di un essere umano, e non i consensi.
Errori personali, locali, nazionali ed europei ce ne sono che non basterebbe un libro.
Per carità, gli errori li fa chi ci prova, ma vanno perdonati solo a chi è in buona fede.
Piuttosto la questione è un’altra.
Non so (non sappiamo, perché siamo davvero in tanti) dove siano finiti quei valori dell’inizio: il rispetto della vita, la solidarietà, la laicità dello Stato, i diritti LGBT, la tutela dell’ambiente a livello locale e a livello planetario, l’accoglienza, il disinteresse per la poltrona, la lotta alla intrusione degli istituti bancari nella finanza pubblica, il rifiuto degli accordi con coloro che avversano i nostri principi, il controllo degli eletti, e soprattutto il diritto di critica ed il dovere di autocritica, sacrificati entrambi in nome di un fanatismo che è diametralmente opposto ai principi ispiratori.
Non c’è più spazio per l’informazione e la condivisione degli obiettivi, e così ora in pochi decidono nello studio di una società di comunicazione quali trattative il Primo Ministro debba portare nel Consiglio Europeo e lasciano al consigliere comunale la libertà di occuparsi del cedimento del manto stradale.
Non c’è alcuna connessione con i grandi temi che sono stati portati all’attenzione dell’opinione pubblica, e quindi ora è facile per i parlamentari europei M5S atteggiarsi a burocrati di Bruxelles e fingere di ignorare che in passato gli attivisti occupavano le piazze e discutevano con i cittadini di come cambiare l’Unione Europea o di come uscirne.
Non c’è più ormai alcuna forma di educazione e sensibilità da parte di moltissimi degli eletti, soprattutto parlamentari, verso coloro che, da attivisti o da elettori, pongono le proprie rimostranze per le scelte fatte, mentre in passato queste stesse persone erano elogiate per lo spirito critico, le doti di analisi e le capacità comunicative (tutte qualità perse in contemporanea un secondo dopo aver fatto sentire il proprio disaccordo).
Non c’è alcuna coerenza nelle posizioni di carattere etico, e se prima i gruppi locali si adoperavano per tenere fuori personaggi dalla dubbia moralità o portatori di interessi personali, ora i portavoce M5S sottraggono allegramente alla Magistratura un Ministro degli Interni che sequestra uomini, donne e minori per far crescere le percentuali di sondaggi che gli serviranno a mettere le mani sulle leve di comando della prossima coalizione di destra che spazzerà via il Movimento (ma non i feudatari del
Movimento).
L’impegno onesto e generoso di alcuni rappresentanti sul territorio va riconosciuto, ma allo stesso tempo va detto loro che stanno aiutando a tenere alto un simbolo che è stato svuotato dei contenuti originari, e che a svuotarlo non sono stati gli altri partiti, i media o le istituzioni.
È stato svuotato da chi ora lo controlla e si sente beatamente al sicuro con un elettorato per la stragrande maggioranza di destra e per la totalità desideroso della figura del leader unico; un elettorato ormai radicalmente diverso da quello che aveva incoraggiato e sostenuto i primi passi del Movimento.
Del resto a Maggio 2018 il 94% degli iscritti a Rousseau votò a favore della Alleanza di Governo con la Lega, la più grande truffa politica italiana, organizzata da Casaleggio jr e Matteo Salvini, sponsorizzata da Steve Bannon (a capo della estrema destra negli Stati Uniti), e poi votata consapevolmente dai parlamentari 5 Stelle, finalmente liberi di tradire quanto da loro urlato per anni e mantenere al tempo stesso un lauto stipendio mensile da migliaia e migliaia di euro; ragion per cui la campagna elettorale delle politiche 2018 è stata la prima priva di comizi nelle piazze.
Inoltre, per anni si è parlato all’interno del Movimento della necessità di darsi una organizzazione, non per avere capi ma per sviluppare coscienza dell’operato politico e di conseguenza maggiore efficacia nell’azione di governo, maturando dalla base le modalità più idonee per tale naturale e consapevole evoluzione; ma i portavoce nazionali hanno sempre scartato questa ipotesi sbandierando il famoso “uno vale uno”, salvo far calare ora dall’alto un modello strutturale che appare più aziendalista che democratico.
Prendete pure per tardive le mie parole, ma chiedo scusa se ho chiesto a persone che stimo di partecipare attivamente in un organismo politico che ha dimostrato con i fatti di non volere partecipazione attiva bensì fede incondizionata.
Questa vergogna credo che la custodirò con cura così come ho fatto per ogni buon insegnamento, e sarò libero di metterla a disposizione di tutti, trasformandola in lucide parole di sdegno contro chi ha tramato alle nostre spalle o in una generosa pacca sulla spalla per chi sta solo aspettando di comprendere questa amara verità”.

Manlio Pertout – Ex Movimento 5 stelle Trani

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