La scelta del Governo di non accorpare il referendum alle elezioni amministrative (cosa che avrebbe garantito un risparmio per le casse dello Stato di 350 milioni di euro) ha rappresentato la chiara indicazione, assieme all’invito all’astensione, di come Renzi interpreta la democrazia e la rappresentanza istituzionale.
Democrazia e rappresentanza sono le vere questioni in discussione nel nostro Paese: democrazia come sistema organizzato delle scelte; il Governo attenta all’autonomia delle Regioni sul dare indicazioni rispetto al proprio piano di sviluppo e di piano dell’energia. Rappresentanza perché il venir meno della possibilità di incidere sulle scelte energetiche a livello nazionale, comprime inevitabilmente la rappresentanza delle istanze territoriali, spesso già mobilitate a difesa di territori che hanno pagato un conto salato derivante da scelte scellerate effettuate durante gli anni del boom economico, quando sono stati portati sì posti di lavoro, ma si è anche dimostrato poi, col tempo, come non può esservi politica industriale che non contemperi il dovere di tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
Votare Sì al referendum del 17 aprile rappresenta l’unica alternativa possibile: servirà a dare chiara indicazione temporale sulla possibilità di sfruttamento dei giacimenti e a chiedere politiche di messa in sicurezza del territorio e investimenti nelle energie rinnovabili, la tutela del paesaggio e dell’ambiente.
Si è aperta una grande stagione referendaria che ci vedrà mobilitati prima a difesa di nostri mari e poi in autunno a difesa della nostra Costituzione repubblicana.
Valentina Lomuscio
Sel Andria– Sinistra Italiana
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