Tutto ha avuto inizio a dicembre, in occasione del United Nations Climate Change Conference svoltosi a Katowice, città di marcato stampo industriale a sud della Polonia.
In quell’occasione una giovane ragazza di appena sedici anni ha deciso di far sentire la propria voce al governo della sua nazione: munita di un cartellone in cui dichiarava a chiare lettere uno “Sciopero della scuola per il clima” la piccola Greta Thunberg ha presidiato sotto le finestre del parlamento svedese ogni giorno dal 3 al 14 dicembre 2018, mantenendo un appuntamento fisso sotto quelle stesse finestre ogni venerdì successivo.
La battaglia di Greta, per quanto possa sembrare stoicamente idealista, è in realtà quanto di più concreto si possa immaginare: il suo gesto è diventato in poco tempo un fenomeno mediatico di rilievo, milioni di ragazzi in tutto il mondo hanno fatto della giovane svedese un paradigma da seguire chiedendo a gran voce ai governi delle proprie nazioni politiche concrete sulla riduzione dei gas serra, azioni che pongano realmente ed in modo fattivo le basi per un cambiamento di rotta nello sfruttamento delle risorse del nostro pianeta.
Secondo quanto previsto dall’Onu si stima un tempo massimo per il cambiamento dei metodi di produzione e degli stili di vita inquinanti pari a circa 11 anni, a fronte dei 50 stimati pochi anni fa.
Lo sciopero indetto in data odierna, 15/03, ha fatto registrare più di un milione di manifestanti nella sola penisola italiana.
“Non esiste un pianeta B, non è più il tempo di aspettare“: questo il grido degli studenti italiani che hanno alimentato, da Torino a Cagliari passando per Roma, Bologna, Bari e Brescia il moto di protesta partito da Greta Thunberg.
“Una mobilitazione del genere lancia un segnale inequivocabile: siamo una generazione che chiede a gran voce di essere educata all’unico cambiamento possibile, un modello di sviluppo diverso” questo il commento a caldo del Coordinatore Nazionale della Rete degli studenti Medi.
La giovane Greta si è detta orgogliosa ed emozionata per il sostegno avuto da parte dei suoi coetanei di tutto il mondo, e non solo. Al grido “Vogliamo azioni concrete da parte dei governi” si è aggiunto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha sottolineato, in un intervento all’università politecnica delle Marche: “Tanti giovani ricordano a tutti e chiedono a tutti e soprattutto alle istituzioni, di agire per difendere il clima e l’ambiente sulla terra.”
Il futuro è nelle mani degli esseri umani, a noi il compito arduo di decidere se e come dare un futuro al pianeta terra.
A distanza di 51 anni dalle proteste del 1968, destinate a cambiare per sempre l’assetto dei rapporti tra studenti ed istituzioni, lo spirito di rinvicita, la consapevolezza schiacciante della necessità di un cambiamento radicale sembrano rinascere nei millennials e nella generazione z.
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