“Luci su Spose bambine” è stato il titolo del convegno promosso dallo “ Zonta Club of Barletta” tenutosi ieri sera a Palazzo Della Marra.
Un tema, quello delle spose bambine, particolarmente sentito dallo Zonta Club, un ente internazionale riconosciuto in Italia a livello governativo come associazione del Comitato per le Pari Opportunità del Ministero del Lavoro.
All’incontro, moderato dal giornalista Giuseppe Dimiccoli, sono intervenuti: Lucia Filannino Presidente della Zonta Club di Barletta, Mons. Filippo Salvo Giudice presso il Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese, la senatrice Assuntela Messina nonché membro della Commissione straordinaria per la tutela e per la promozione dei Diritti Umani presso il Senato della Repubblica, Stefania Damato Assistente Sociale del Comune di Barletta e Responsabile Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati ), Alessandro Porcelluzzi Docente di Filosofia e Storia, HR Manager per la Società Proger a Riad Arabia Saudita .
“ Salvare “l’onore” della famiglia, è una delle motivazioni che induce i genitori a concedere in sposa a uomini più grandi le proprie bambine – ha esordito Mons. Salvo – La povertà materiale e morale nonché una forte ignoranza verso un mondo che non si conosce sono poi ulteriori concause. In India, ad esempio, la dote della verginità, è una valore in più, nel momento in cui le bambine sono vendute e quindi concesse in spose a uomini molto più grandi da parte delle proprie famiglie.”
“ In questi paesi la dichiarazione dei diritti per l’infanzia è completamente ignorata, gli stessi genitori non riescono a comprendere che le proprie figlie non sono di proprietà ma sono figlie della loro vita – ha poi aggiunto nel corso dell’incontro la responsabile dello Sprar Stefania Damato – Siamo di fronte ad una società “adultocentrica” dove le bambine sono figlie di genitori incompleti . Si tratta di un problema che si sta occidentalizzando e le scuole devono avere un ruolo fondamentale nello scongiurare il proliferarsi di tale fenomeno, così come quello dell’ infibulazione. Una tradizione radicata in quei paesi dove le bambine si adattano al trauma subito sviluppando un’ intelligenza razionale e non emozionale, ma soprattutto sviluppando una forte resilienza che si traduce nell’espressione “io sono una bambina ubbidiente, assecondo la volontà dei miei genitori”. Bambine che purtroppo vivono una vita senza senso anche se nelle mia esperienza lavorativa con lo Sprar – ha sottolineato Damato – ho incontrato donne tenaci che vogliono cambiare il proprio paese.”
Uno spaccato sulla realtà araba è stato illustrato dal HR Manager per la Società Proger a Riad Arabia Saudita, Alessandro Porceluzzi, il quale ha sostenuto che : “Quello delle spose bambine è un fenomeno che prende spunto dal Corano: lo stesso Maometto sposò una bambina di 9 anni. In Arabia dal 2011 il fenomeno dei matrimoni infantili è stato debellato e nonostante una forte distinzione di genere che ancora sussiste, le donne saudite oggi sono molto più istruite e di certo non diventano mogli all’età di 12 anni. Le arabe inoltre, ricoprono il ruolo di consiglieri comunali nonostante in Arabia permanga una monarchia assoluta.”
Dati alla mano sul fenomeno sono stati poi mostrati dal moderatore della serata nonché esperto di politiche europee Giuseppe Dimmiccoli, il quale ha evidenziato che : “ Il Parlamento Europeo nel luglio 2018 si espresso contro questi matrimoni, tenendo conto che in tutto il mondo sono 750 milioni le bambine/ragazzine sposate prima dei 18 anni e l’UNICEF ha previsto che entro il 2050 questo fenomeno sia destinato purtroppo a crescere. I paesi nei quali sono celebrare questi tipi di nozze sono contraddistinti da una scarsa cultura e istruzione; restando in ambito europeo potremmo citare paesi come : la Bulgaria , il Portagollo e l’Estonia mentre in Italia sono più di 200mila le bambine nate nel nostro paese costrette a ritornare nei paesi d’origine dei propri genitori per convogliare a nozze con uomini più grandi, inoltre in Svezia sono 130 le minorenni richiedenti asilo che hanno dichiarato di essere già sposate. Fuori dall’ambito europeo troviamo paesi come il Niger, il Bangladesh, la Somalia , il Monzabico e la Repubblica Centrafricana .”
“ Una questione che sta particolarmente a cuore alla Commissione Straordinaria per la tutela e per la promozione dei Diritti Umani – ha poi chiosato la senatrice Messina – ci poniamo l’obiettivo di studiare determinate questioni in commissione per poi porre in essere scelte politiche. Svolgiamo delle audizioni con associazioni (come ad esempio l’UNICEF) impegnate su questo tema per capire meglio la situazione e studiare appunto l’alterità; abbiamo visitato le baraccopoli di Roma laddove il fenomeno dell’infibulazione e dei matrimoni infantili sono delle pratiche ancor oggi esistenti e la politica ha il dovere di intervenire”.
Dora Dibenedetto
Send this to a friend