“Negli ultimi giorni è scoppiata, sollevata da alcuni esponenti politici legati al territorio, una polemica in relazione all’apertura di una nuova discarica nel territorio del Comune di Andria. Credo che sia sorto un grosso equivoco e quindi per evitare facili strumentalizzazioni ritengo che sia necessario fare chiarezza”.
Ad intervenire sulla vicenda è il consigliere regionale e presidente della II commissione “Affari Generali” Filippo Caracciolo.
“Per far luce su questa questione- afferma Caracciolo– è necessario fare un passo indietro risalendo agli anni 2008-2009 quando fu espletata una gara pubblica avente ad oggetto la realizzazione e la gestione dell’impianto complesso trattamento rifiuti urbani indifferenziati (impianto trattamento meccanico biologico e la discarica di servizio soccorso ).
Tale gara fu vinta da Daneco Spa e l’impianto avrebbe dovuto servire i comuni facenti parte attualmente della provincia Bari”.
“Successivamente- spiega il presidente della II commissione “Affari Generali”– lo stesso impianto complesso venne inserito nel piano regionale dei rifiuti urbani approvato dal Consiglio Regionale 2013 ed attualmente vigente. A causa però delle difficoltà economiche della Daneco Spa (negli ultimi mesi sottoposta a procedura concorsuale da parte del Tribunale di Roma) e nonostante il lungo tempo trascorso, nessun impianto è stato realizzato”.
“Chiarita la realtà dei fatti, è ora opportuno approfondire la vicenda nelle sedi opportune. Per questo motivo- annuncia Caracciolo– chiederò che sia fissata al più presto l’audizione in Commissione Ambiente dell’Assessore all’Ambiente Giovanni Stea, del capo Dipartimento Ambiente Barbara Valenzano, del Direttore Generale dell’AGER Gianfranco Grandaliano e del Presidente della provincia BAT e sindaco di Andria Nicola Giorgino per far ulteriormente luce su tutta la vicenda”.
“In tale occasione- conclude il presidente della II Commissione “Affari Generali”- sarà possibile illustrare quale sarà il destino del sito (discarica ex F.lli Acquaviva ) nell’ambito del nuovo piano regionale rifiuti anche in considerazione della revisione del piano stesso dalla cui nuova stesura (adottata dalla Giunta regionale il 2 agosto 2018) emerge l’assoluta inutilità di realizzare impianti di biostabilizzazione alla luce del rilevante aumento della raccolta differenziata e quindi alla drastica riduzione della produzione di rifiuti urbani indifferenziati rispetto a quelli prodotti ormai nel lontano 2009″.
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