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Bolivia – Arrestato Cesare Battisti, l’ex terrorista della Pac

13 Gennaio, 2019 | scritto da Alessandra Zaccagni
Bolivia – Arrestato Cesare Battisti, l’ex terrorista della Pac
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Passeggiava per le vie di Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, con un’andatura ciondolante forse per colpa di uno stato di ebbrezza, portando con serafica nonchalance una barba finta e occhiali da sole scuri quando alle 17 ora locale (ore 22 in Italia) è stato fermato da agenti italiani e brasiliani dell’Interpol, a cui ha prontamente risposto in portoghese, che ne hanno analizzato i documenti. Nella carta d’identità rilasciata dalla Repubblica Federale Brasiliana erano riportati i seguenti dati: Cesare Battisti, nato a Cisterna di Latina il 18 dicembre 1954. 

Non ha opposto resistenza quando è stato caricato nell’automobile della squadra speciale dell’Interpol e condotto in un commissariato di Polizia per lo svolgimento dell’analisi delle impronte digitali ed altre comparazioni tecniche.

Le indagini sono state coordinate anche dalla Procura Generale di Milano che ha ottenuto le intercettazioni telefoniche cruciali per la cattura dell’ex militante di Proletari Armati per il Comunismo, formazione terroristica di estrema sinistra in nome della quale Battisti si è macchiato di pluriomicidio durante gli anni di piombo.

Pluripregiudicato, la ricerca della squadra speciale dell’Interpol è cominciata poco prima del Natale nell’area di Santa Cruz de la Sierra e sabato, grazie alle intercettazioni della Procura Generale di Milano, la zona in cui Battisti si era rifugiato è stata accerchiata con appostamenti in quattro differenti punti chiave. Individuato ed accerchiato, l’ex terrorista è stato arrestato anche grazie alla collaborazione degli agenti della Polizia boliviana.

Battisti aveva fatto perdere le proprie tracce a seguito della sentenza del 13.12.18 emessa dal magistrato del Supremo Tribunale Federale (Stf) brasiliano Luis Fux in cui si ordinava “arresto immediato per pericolo di fuga a causa della estradizione in Italia” ordinata dal presidente uscente Michel Temer prima dell’insediamento di Jair Bolsonaro.

Grande evento per il Deputato Federale Eduardo Bolsonaro, figlio del neo-presidente brasiliano Jair Bolsonaro, che ha espresso la sua soddisfazione in un Tweet diretto a Matteo Salvini: Il “piccolo regalo” è in arrivo.

È proprio grazie all’intervento di Bolsonaro Senior che la vicenda Battisti ha vistouna importante evoluzione: durante la campagna elettorale il futuro presidente si era espresso fortemente a favore dell’estradizione di Cesare Battisti in Italia, segnando una rottura con l’allora presidente Lula da Silva che aveva concesso asilo politico all’ex terrorista condannato all’ergastolo. Ha raccolto numerosi consensi questa decisione di Bolsonaro, che ha raggiunto la maggioranza di voti a favore durante le ultime elezioni presidenziali del Brasile proprio grazie alla marcata linea di rottura con il vecchio governo di sinistra.

Entusiasta Matteo Salvini che non ha mancato di sottolineare che per un ex terrorista ed omicida “che per troppo tempo si è goduto una vita che ha vigliaccamente tolto ad altri, coccolato dalla sinistra di mezzo mondo

è finita la pacchia.

Con Salvini esulta tutto il Centrodestra:

Le nostre patrie galere lo aspettano a braccia aperte per scontare, fino all’ultimo giorno e senza sconti e benefici, l’ergastolo” commenta Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia).

Battisti subito in Italia. Grazie a chi lo ha arrestato. Ora ergastolo senza sconti o compromessi. È il simbolo del male. Nessuna pietà” scrive il Senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.

L’ex segretario del Partito Democratico Matteo Renzi ha espresso la sua soddisfazione per la notizia su Twitter:” L’arresto di Cesare Battisti in Bolivia è una bella notizia. Tutti gli italiani, senza alcuna distinzione di colore politico, desiderano che un assassino così sia riportato al più presto nel nostro Paese per scontare la sua pena in un carcere italiano. Oggi è una bella giornata.”

Finalmente giustizia per le famiglie” è il commento a caldo del Premier Conte.

La buona notizia è stata accolta dal Presente della Repubblica Sergio Mattarella con l’augurio che Battisti venga subito deportato in Italia per scontare la pena dell’ergastolo e rendere finalmente giustizia alle vittime.

Non si esclude che Battisti possa raggiungere già nelle prossime ore l’Italia, a bordo di un volo speciale dell’Aise (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna), ovvero il servizio segreto per l’estero della Repubblica Italiana.

Ma chi è Cesare Battisti?

Classe 1954, adolescenza burrascosa da teppista, arrestato due volte tra il 1972 ed il 1974 per rapina con sequestro di persona e nel 1977 per aver aggredito un Sottufficiale dell’Esercito. Condotto nel carcere di Udine, entra in contatto con Arrigo Cavallina, ideologo dei Proletari Armati Per Il Comunismo.

Quattro gli omicidi per i quali è condannato all’ergastolo, consumati negli anni di piombo: l’omicidio del maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro, avvenuto ad Udine il 6 giugno 1978; l’omicidio del gioielliere Pierluigi Torregiani il 15 febbraio 1979; mandante dell’omicidio di Lino Sabbadin, ucciso a Mestre lo stesso giorno ed infine l’omicidio dell’agente della Digos Andrea Campagna, assassinato a Milano il 19 aprile 1978.

Nell’ambito del processo Torregiani evade dal carcere di Frosinone nel 1981. Condannato in contumacia all’ergastolo per omicidi e altri reati legati al terrorismo nel 1985, la sentenza viene confermata in Cassazione nel 1991.

Battisti arriva nel frattempo in Messico, per poi approdare in Francia nel 1990. Le richieste di estradizione da parte dell’Italia sono due, entrambe rifiutate, nel 1991 e nel 2004. Difeso prima dalla “dottrina Mitterrand” e poi nel 2004 dalla protesta della gauche, Battisti ottiene la scarcerazione ed inizia ufficialmente la propria latitanza per sfuggire all’ennesimo tentativo di estradizione da parte dell’Italia, stavolta accolto.

Riparato in Brasile, nel 2007 Battisti sposa una donna del posto per evitare l’estradizione.

Nel 2009 ottiene lo status di rifugiato politico grazie a Lula da Silva e da allora comincerà la battaglia tra Italia e Brasile per l’estradizione.

 

 

 

 

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