Meno male che “i fatti sono argomenti testardi”, per dirla con John Adams, per cui la realtà è sempre più forte di qualunque propaganda.
Una prova evidente viene dai tagli alle cosiddette pensioni d’oro, cavallo di battaglia tanto caro alla narrazione populista che si alimenta di invidia sociale.
Togliere ai ricchi per dare ai poveri è il classico refrain che accompagna certi provvedimenti: ma conti alla mano, sarà davvero così? Assolutamente no”.
E’ quanto sostiene, in una nota, il senatore Dario Damiani, componente della Commissione Bilancio.
Nello specifico, precisa il parlamentare azzurro: “Dai tagli alle poche migliaia di pensioni al di sopra dei 100 mila euro si ricaveranno 239 milioni in tre anni,
mentre il taglio dell’incremento dell’inflazione che colpirà milioni di pensioni comprese fra 1500 e 3000 euro porterà nelle casse statali 2,3 miliardi di euro nello stesso arco di tempo.
Chi paga quindi a caro prezzo la “manovra del popolo”…? Sorpresa: il popolo.
Nel complesso, il prelievo più consistente si otterrà infatti mettendo le mani nelle tasche della fascia di reddito medio-basso, la stragrande maggioranza dei pensionati.
Il dato certo e inconfutabile è questo e chi la racconta diversamente o è incompetente o è in malafede”, conclude Damiani.
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