Mercoledì 31 ottobre si è tenuto a Palazzo di Città l’incontro fra il sindaco Cannito, l’assessore all’ambiente Passero, altri componenti dell’amministrazione comunale e componenti del Forum cittadino Salute e Ambiente, promotore dell’iniziativa voluta per rimettere al centro dell’agenda istituzionale le due deliberazione di iniziativa popolare “Strategia Rifiuti Zero” e “Monitoraggio ambientale legato ai due impianti sottoposti alla normativa sull’IPPC” (la prevenzione e la riduzione integrata dell’inquinamento), già classificati come aziende insalubri, la Buzzi Unicem Spa e la Timac Agro Italia Spa.
Riguardo al Monitoraggio ambientale è emerso chiaramente che l’amministrazione Cannito intende proseguire il lavoro iniziato dalla precedente amministrazione Cascella in seno al Protocollo d’Intesa che vede coinvolti la Provincia Barletta – Andria – Trani, la Regione Puglia, l’ARPA Puglia, la ASL Bat e il CNR-IRSA, consistente nella realizzazione di un monitoraggio ambientale integrato ad oggi limitato alle matrici aria (attraverso l’uso di due centraline mobili, oltre quella fissa già operativa in via Casardi) e acqua (attraverso l’uso di piezometri). Il Forum, scrivente, ritenendo insufficienti le azioni pianificate dall’amministrazione Cannito, ha accettato l’invito del sindaco a partecipare alle riunioni previste dal Protocollo suddetto per ribadire due concetti chiari e sui quali non si dovrebbe transigere: il principio “chi inquina paga” e “ciò che è giusto non sempre è previsto dalla legge”.
L’impegno che il Forum continuerà a portare avanti consisterà nella ricerca della correlazione fra gli inquinanti sprigionati dalle due aziende insalubri e la condizione ambientale e sanitaria del territorio sul quale operano.
A tal proposito ritiene necessario inserire nel monitoraggio l’analisi della matrice suolo e di campioni biologici di origine umana (come il latte materno), animale e vegetale. Chiederà di procedere con urgenza all’approfondimento delle conoscenze sulle concentrazioni degli inquinanti emessi dalla Buzzi Unicem e dalla Timac Agro, sottolineando che ad oggi solo alcuni sono controllati mentre sono esclusi i metalli pesanti come arsenico, cadmio, cromo e nichel, classificati nel gruppo I (sostanze certamente cancerogene) dalla IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), le diossine, gli idrocarburi policiclici aromatici e i policlorobifenili, sostanze che hanno effetti devastanti sulla salute umana e sugli organismi (alterazioni del sistema immunitario ed endocrino, dello sviluppo fetale, tossicità acuta e cronica, disturbi nella crescita, cancerogenità).
Seguire ciò che prevede la normativa e cioè monitorare solo alcuni inquinanti, così come ribadito più volte dal sindaco Cannito, non è sufficiente al fine di valutare in modo esaustivo l’esposizione ai rischi subita dalla popolazione di Barletta. La parzialità e le lacune dei protocolli ministeriali, seguiti in seno al Protocollo d’Intesa su citato, devono necessariamente essere completate con azioni parallele, già sperimentate in altre comunità, che un sindaco, in quanto massima autorità sanitaria locale, dovrebbe sostenere per accertare la presenza potenziale di emergenze sanitarie e di igiene pubblica e tutelare il diritto alla salute dei residenti.
Pertanto, chiediamo nuovamente che vengano stanziati fondi nel prossimo bilancio da utilizzare a completamento delle azioni già in essere, in grado di realizzare gli obiettivi previsti
dalla deliberazione “Monitoraggio ambientale legato ai due impianti sottoposti alla normativa sull’IPPC”, sottoscritta da 1164 cittadini (a fronte delle 600 richieste dallo Statuto comunale).
Per quanto riguarda l’altra deliberazione di iniziativa popolare “Strategia Rifiuti Zero”, sempre sostenuta da 1164 cittadini, il Forum ritiene necessario inserire nel bilancio 2019 la copertura finanziaria necessaria a sperimentare sistemi di tariffazione puntuale basati sulla effettiva quantità di rifiuti indifferenziati prodotti dalle utenze domestiche e non domestiche e istituire l’Osservatorio verso Rifiuti Zero.
Non condivide pertanto le ragioni addotte dal Sindaco che ha escluso la possibilità di partire dal prossimo anno con la tariffazione puntuale in quanto numerose sono le TARI non riscosse a causa di irreperibilità ed insolvenza (con conseguente ammanco nel bilancio Bar.S.A.) e per l’errata visione che il dover pagare in base al secco residuo prodotto aumenterebbe l’abbandono illecito dei rifiuti.
L’esperienza dimostra infatti che la tariffazione puntuale premia ed incentiva comportamenti virtuosi sempre che siano realizzate costanti attività di coinvolgimento ed insegnamento su come ridurre a monte la produzione di rifiuti generale e quella dell’indifferenziabile in particolare.
Uno dei compiti dell’auspicato Osservatorio verso Rifiuti Zero è difatti quello di analizzare i sacchetti del secco residuo per verificare gli errori commessi anche in fase di acquisto e divulgare il principio che al momento della compera bisogna premiare le aziende che utilizzano materiali riciclabili e, ove possibile, già riciclati. Ritiene altresì necessario conoscere quanto prima gli accordi sottoscritti con enti pubblici e/privati per la vendita delle frazioni differenziate e lo smaltimento di quella indifferenziata e le voci relative a tali operazioni del bilancio 2017 della BAR.S.A.
per promuovere, in caso di necessità, azioni volte a rendere quanto più pulite le frazioni differenziate e guadagnare di più dalla loro vendita.
Il percorso per una gestione ottimale dei rifiuti/risorse è lungo e sfaccettato e non può e non deve ridursi alla raccolta porta a porta. Fondamentale è prevedere anche la giusta impiantistica.
Pertanto il Forum ha chiesto all’amministrazione Cannito di agire in seno all’ANCI Puglia affinché nel prossimo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani [DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 2 agosto 2018, n. 1482 – pubblicato nel BURP n. 125 del 28 settembre 2018] siano previsti impianti di compostaggio tradizionali [impianti aerobici] per il trattamento della frazione umida, piattaforme impiantistiche di riciclaggio per il trattamento delle frazioni secche differenziate e fabbriche di materiali per il trattamento del rifiuto urbano residuo. Tali impianti sono gli unici in grado di tutelare ambiente e salute attraverso la dismissione progressiva delle discariche e l’abbandono dell’irresponsabile idea che la produzione di CSS end of waste (da bruciare poi nei cementifici con tutti i rischi connessi), sulla quale punta il pessimo Piano Regionale targato Emiliano, sia recupero di materia.
Sabrina Salerno – Sandra Parente – Forum Salute & Ambiente – Barletta
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