Avviso di vendita immobiliare, ovvero fallimenti. Un muro lungo diversi metri con affissi centinaia di manifesti di vendite per fallimento saltano all’occhio percorrendo il sottovia ferroviario di via Imbriani. E’ un invito alla riflessione e allo stesso tempo un senso di smarrimento e disagio. E’ la fotografia di un momento difficile che il Paese sta vivendo e nello specifico le città che fanno riferimento alla sezione Fallimentare del Tribunale di Trani. Tante le vendite forzate dei beni dei comuni del circondario: palazzine, appartamenti, box, terreni agricoli e opifici industriali. Il prezzo a base d’asta oscilla su cifre davvero irrisorie rispetto al valore reale. Leggendo i manifesti, l’attenzione cade sul numero di capannoni industriali messi all’asta, industrie un tempo attive e molto fiorenti a Trani e che un tempo davano occupazione a molte famiglie e come si suol dire “ facevano girare l’economia.
Oggi di quella fiorente attività resta ben poco, anzi rimangono quelle centinaia di manifesti affissi con unità immobiliari pronte per essere “svendute” al miglior offerente. Una fotografia molto triste della situazione che stiamo vivendo, ma pur sempre la fotografia della realtà dei fatti. Il Tribunale di Trani comprende 11 comuni : Trani, Andria, Barletta, Bisceglie, Canosa di Puglia, Corato, Minervino Murge, Molfetta, Ruvo di Puglia, Spinazzola,Trinitapoli.
Nella Provincia di Barletta-Andria-Trani le vendite per fallimento nel 2016 sono in totale 353 di cui 210 riguardano immobili residenzialie e 63 immobili commerciali e industriali. A marzo le aste giudiziarie saranno 73, ad aprile 166 e a maggio 101. Le aste giudiziarie sono: a Trani e Andria 95 , Barletta 63, 54 Corato, Molfetta 47, Bisceglie 34, Canosa 29 Ruvo 27, Minervino 19, Spinazzola 17.
Ad esempio, a Trani un complesso industriale con capannone e palazzina uffici, partito con un prezzo a base d’asta di 500 mila euro, dopo sei vendite deserte, il prezzo è sceso a 170 mila euro con un’offerta minima di 127 mila euro.
Un opificio , situato sempre a Trani, composto da zona laboratorio, uffici; ulteriori uffici e direzione al livello soppalcato, partito da un prezzo base di 1.059 mila euro, dopo 5 vendite deserte, il prezzo è sceso a 306 mila euro. Ad Andria, un fabbricato adibito a ristorante con annesso bar e area scoperta con una base d’asta iniziale di 1.089 euro, dopo una vendita deserta, il prezzo è stato fissato a 817 mila euro, con un’offerta minima di 613 mila euro.
In aumento sono, dunque, i fallimenti seguiti dalla vendita di beni immobili e mobili per soddisfare i creditori. Il presidente del Tribunale di Trani, Filippo Bortone, ha dichiarato che si tratta di un fenomeno che rappresenta lo specchio della fatica con cui, oggi, si portano avanti attività imprenditoriali nel territorio e il dilagante fenomeno della perdita di occupazione.
di Antonella Loprieno
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