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Il ghanese che ha ucciso un anziano in ospedale era già stato fermato ad Andria nel 2015

4 Luglio, 2018 | scritto da Alessandro Liso
Il ghanese che ha ucciso un anziano in ospedale era già stato fermato ad Andria nel 2015
Cronaca
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Nelle ultime ore impazza sui media e sui social la terribile notizia dell’omicidio di un anziano ad opera di un immigrato ghanese nell’ospedale di Sessa Aurunca (Caserta).

Anche Andria è balzata agli onori della cronaca per aver “ospitato” il 31enne nel 2015.
Ma partiamo dall’inizio.

La notizia riportata da “Il Mattino” parla di un uomo di colore chiamato Charles Opoku Kwasi, nato nel Ghana 31 anni fa, che viveva in Italia dal 2012 senza una fissa dimora e privo di un permesso di soggiorno da almeno quattro anni.
Sul finire del 2013 gli è stata respinta la richiesta dello status di rifugiato presentata per motivi umanitari. Avrebbe dovuto essere rimpatriato, ma l’espulsione è rimasta sulla carta.

Da allora ha cominciato a vagare per il Mezzogiorno commettendo reati vari per i quali è stato più volte arrestato.
Primo tra tutti è appunto quello di Andria del 2015 per furto.
Bloccato sul Litorale Domitio (nel napoletano) per rissa, l’anno dopo. Arrestato, ancora, a Pescopagano frazione di Castel Volturno, sabato scorso. E rimesso in libertà. Due sere fa ha perso di nuovo il controllo.
Fuori di sé, urlando, dimenandosi e sotto l’effetto di droghe, girava distruggendo le auto in sosta: pronto l’intervento degli agenti di polizia del reparto prevenzione crimini di Napoli che lo hanno accompagnato al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Sessa Aurunca. E dal Pronto Soccorso l’hanno trasferito nel reparto di psichiatria.
Qui il triste epilogo.

Alle sette del mattino, come in preda a un incubo letale, Charles si è alzato dal letto e ha iniziato a dare di matto. In quel momento la sua strada si è incrociata con quella di Luca Toscano. Settantasette anni, pensionato, qualche problema di natura senile che ha richiesto un ricovero per accertamenti.
Gli infermieri lo hanno visto avventarsi improvvisamente sul pensionato. Sferrargli sulla faccia una raffica interminabile di pugni. Hanno cercato di intervenire. Ma è stato inutile. Charles ha concluso l’opera in un piccolo corridoio adiacente il reparto. Lì si è barricato con il corpo ormai senza vita di Luca, mentre i dieci pazienti presenti in reparto e gli infermieri si chiudevano terrorizzati in una delle stanze.
Poi sono arrivati i carabinieri.

Il reato “andriese” di cui si macchiò il ghanese, però, non viene approfondito dal quotidiano napoletano.

Ma andando a ritroso nelle pagine di cronaca della città federiciana, effettivamente, il 22 novembre 2014, vi fu un caso simile.
Intorno alle ore 9,30, presso la struttura di accettazione di via Potenza, un nordafricano, allora 26enne, cominciò ad urlare e alzare i toni, dando in escandescenza.
Allertate le Forze dell’Ordine, che riuscirono a trasferirlo in Pronto Soccorso, riuscì a fuggire e munendosi di una spranga di ferro, di quelle delle impalcature edili, cominciò a colpire le auto in sosta in viale Venezia Giulia, dando segni di ira e creando il panico in città.
Nei suoi confronti scattò, oltre alla denuncia a piede libero per danneggiamenti, violenza privata e minacce a pubblico ufficiale, un T.S.O. -trattamento sanitario obbligatorio- e quindi fu condotto nella struttura psichiatrica di Bisceglie.

Che si tratti della stessa persona e di quello stesso reato non è dato sapere. L’unica certezza rimane il fatto che l’immigrato nordafricano commise ad Andria uno dei tanti reati di cui si è macchiato.

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