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Inquinamento ambientale, ad Andria 1 auto ogni 1,42 abitanti: è ora di introdurre le targhe alterne?

16 Giugno, 2018 | scritto da Alessandro Liso
Inquinamento ambientale, ad Andria 1 auto ogni 1,42 abitanti: è ora di introdurre le targhe alterne?
Attualità
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Il tumore è stato definito il “male del secolo”.
Dal Dopoguerra ad oggi, infatti, il rischio di contrarre una patologia è aumentato notevolmente: l’inquinamento ambientale è una delle cause del decadimento della società civile e, oltre a rappresentare un fattore di degrado per l’ambiente, mette in serio pericolo la salute.

Esso è causato dalla dispersione nell’aria di microparticelle (PM) che assorbono sulla propria superficie una grande varietà di sostanze tossiche e cancerogene, come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA).
Secondo un ampio studio pubblicato sulle pagine di “Lancet Oncology”, rivista scientifica inglese di ambito medico, non esistono soglie sotto le quali si possa ritenere che le microparticelle sospese nell’aria (PM10 e PM2,5) siano
innocue, perché la relazione tra concentrazioni di polveri sottili e incidenza di tumori è lineare.

Anche ad Andria, purtroppo, negli ultimi anni sono stati riscontrati molti casi di tumore e tante morti per cancro: fortunatamente alcune associazioni locali, come “Onda d’Urto”, si occupano da moltissimi anni dell’assistenza ai malati di cancro conducendo una vera e propria battaglia sociale atta a contrastare un fenomeno inarrestabile di cui poco si parla e del quale spesso le istituzioni sono indifferenti.

Ma davvero non si può fare altro? Volere è potere.
Andria è la quarta città per popolazione in Puglia e con i suoi 400 chilometri quadrati è la diciottesima per superficie in Italia: vasto territorio e vasta popolazione. Ha perciò bisogno di adeguati provvedimenti utili a limitare o addirittura eliminare, in certi casi, l’immissione in atmosfera di gas di scarico provenienti dalle automobili.
Secondo il sito, comuni-italiani.it, nel 2016 la città federiciana possedeva un parco veicolare di circa 70.000 veicoli, cioè 1 auto ogni 1,42 abitanti, inclusi i minorenni. Un dato decisamente allarmante.
Se poi si pensa che in città poco si è fatto per scoraggiare l’uso delle auto, tutto si complica: piste ciclabili esigue spesso ricavate da marciapiedi fatiscenti e pericolanti; inesistente e ormai compianto servizio di bike sharing, di cui tanto si pavoneggiava l’amministrazione comunale, ma del quale vi sono rimasti solo alcuni paletti in cui si agganciavano le bici. Risultato? Traffico, traffico e ancora traffico in tutte le ore del giorno.

Secondo l’Arpa, Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente, dall’inizio di quest’anno ad Andria è stato superato per ben quattro volte il valore limite del PM10, cioè l’insieme di sostanze solide e liquide con diametro inferiore a 10 micron derivanti da emissioni di autoveicoli, processi industriali, fenomeni naturali. A Barletta invece da gennaio sono stati segnalati “solo” due superamenti.

Perché dunque non introdurre in città una misura amministrativa nuova per Andria ma già in voga in altre città d’Italia come le targhe alterne?
Un’idea. Un’idea di cambiamento, di civilizzazione, di salute.
Le targhe alterne sono una misura anti smog per abbassare il livello delle concentrazioni di polveri in atmosfera dovute al traffico nei centri abitati e sono previste dal Codice della Strada.

La misura consiste nel divieto di circolazione per i veicoli la cui targa ha come ultima cifra un numero pari oppure dispari. Se l’autorità specifica che il primo giorno il divieto vale per le targhe che terminano con numero pari o dispari, il secondo giorno il divieto scatterà per le targhe dispari, e il terzo di nuovo per le pari, e così via a giorni alterni. La misura in questo modo si propone di dimezzare il traffico urbano e potrebbe essere dapprima testata nei giorni festivi come la domenica e poi, se necessario, adoperata in altri giorni della settimana.

Bergamo, Brescia, Carpi, Ferrara, Frosinone, Modena, Pavia, Piacenza…hanno già da tempo adottato il provvedimento e stanno beneficiando dei suoi vantaggi.
Andria dovrà attendere altre morti o altra gente che si ammala prima di correre ai ripari?

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