Il San Nicola Pellegrino di Trani è tra gli otto ospedali pugliesi che sarà avviato alla riconversione e destinato ad una innovativa vocazione territoriale, riabilitativa, di supporto in post acuzie. A stabilirlo è stata la giunta regionale approvando lo schema di provvedimento per il riordino della rete ospedaliera pugliese. A tal proposito l’Assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia, Mimmo Santorsola ha convocato una conferenza stampa nel pomeriggio alle ore 18 presso la sede del Sinistra Ecologia e Libertà a Trani in via Città di Milano, 34/36 a Trani su “Il Piano di riordino: visione locale e strategia regionale”.
“Un adempimento che nasce dalla necessità di adeguare la rete ospedaliera pugliese ai nuovi standard prescritti da normativa nazionale. Non ci sono strutture che chiudono, ma ci sono strutture che vengono riconvertite, – ha dichiarato il presidente della regione Michele Emiliano dopo l’approvazione del provvedimento in aula. I nuovi standard così come indicati dal decreto ministeriale 70 del 2015 e dalla legge di stabilità 2016, hanno l’obiettivo di portare le reti ospedaliere nazionali dentro omogenei parametri di sicurezza, efficacia di cura ed efficienza gestionale. La Puglia, al 21 gennaio 2016, offre 13mila posti letto, distribuiti tra 74 stabilimenti pubblici e privati accreditati. Il Piano di riordino non taglia i posti letto ma li ridistribuisce tra ospedali di secondo livello (hub), ospedali di primo livello e ospedali di base”.
Il provvedimento prevede: cinque ospedali di secondo livello (Ospedali riuniti di Foggia, Policlinico di Bari, Santissima Annunziata di Taranto, Perrino di Brindisi, Vito Fazzi di Lecce); undici ospedali di primo livello (ospedale Masselli di San Severo, Tatarella di Cerignola, Bonomo di Andria, Dimiccoli di Barletta, Di Venere e San Paolo di Bari, ospedale della Murgia di Altamura, ospedale civile di Castellaneta, Camberlingo di Francavilla Fontana, Sacro cuore di Gallipoli, Delli Ponti di Scorrano), cui si aggiungono gli ospedali privati e classificati dotati di pronto soccorso. E dodici ospedali di base (ospedale civile di Manfredonia, Vittorio Emanuele di Bisceglie, Umberto I di Corato, Don Tonino Bello di Molfetta, San Giacomo di Monopoli, Santa Maria degli Angeli di Putignano, Ferrari di Casarano, San Giuseppe di Copertino, Santa Caterina di Galatina, ospedale civile di Ostuni, Giannuzzi di Manduria, Valle d’Itria di Martina Franca).
Ospedale di “area disagiata” sarà l’ospedale Lastaria di Lucera. Infine otto saranno gli stabilimenti che saranno avviati alla riconversione (Fallacara di Triggiano, Sarcone di Terlizzi, San Camillo di Mesagne, Melli di San Pietro Vernotico, Umberto I di Fasano, San Marco di Grottaglie, ospedale Caduti di tutte le guerre di Canosa, San Nicola Pellegrino di Trani). Quattro saranno i nuovi ospedali, la cui costruzione consentirà l’ulteriore e successivo accorpamento degli stabilimenti
“Non si tratta di un progetto definitivo – ha dichiarato l’Assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia, Mimmo Santorsola – perché quanto sino ad ora è stato fatto potrà e dovrà essere integrato o modificato sulla base dei suggerimenti provenienti dalle istituzioni, dalle associazioni di categoria e dai cittadini. Vorrei però che ognuno si rendesse conto che far parte di una Giunta e guardare da questa posizione il riordino – prosegue l’assessore Santorsola – è diverso dal difendere singoli interessi più o meno legittimi e che, come assessore regionale, hai il dovere di esprimere un idea complessiva valida per tutta la comunità pugliese. L’ospedale di Trani sarà riconvertito per affrontare la sfida innovativa della integrazione tra UU.OO. ospedaliere e strutture di storica competenza territoriale ed avere una nuova vocazione ed una nuova vita, certamente migliore di quella di oggi”.
di Antonella Loprieno
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