“PIANGI PURE” di Lidia Ravera, Bompiani ed.
Tre le generazioni di donne presenti nel romanzo: Iris, dalla lunga treccia bianca, che ha 79 anni e una vita che tenta, riuscendoci, di raccontare in un diario nel momento in cui si innamora di Carlo;
Alice, sua figlia, che di anni ne ha 57, ex sessantottina e una vita dedicata solo a se stessa e a convincersi di poter fare a meno degli uomini, tanto che ha concepito sua figlia in provetta, salvo poi decidere di sposarne uno, solo per poter adottare due bambine dalla sorte sventurata che le stanno a cuore;
E poi c’è Melina, la nipote di Iris, trentenne bellissima ed egoista, come si addice alla sua età, che passa da un uomo maturo all’altro pur di farsi mantenere e condurre una vita spensierata e frivola, ed è solo capace di raccontare e mai di ascoltare.
Ma la protagonista indiscussa è lei, Iris, che l’autrice ci ritrae come una donna forte, disincantata, ironica, dotata di grande personalità, che esce dal guscio dopo vari decenni vissuti in solitudine per espiare la colpa di aver abbandonato un marito e una figlia.
La storia si snoda tenera, coraggiosa e piena di rischi per Iris, che infrange tutti gli stereotipi sulla vecchiaia e si ri/avventura sul sentiero pericoloso dell’amore. Sì, perché quando si scopre innamorata di Carlo, affascinante (per lei e per noi) psicanalista, di poco più giovane di lei, decide di rischiare per poter essere, di nuovo, felice.
E questo lo fa senza sconti nei confronti di sé, senza dimenticare o provare a camuffare la sua età, con i suoi acciacchi e la sua scadenza, cercando di piacersi e di piacere.
E allora, come succede nelle storie d’amore, di nuovo c’è il tempo della scoperta e della sorpresa, del condividere e dell’essere felici, con una lucida consapevolezza: tutto va vissuto con urgenza nel presente, perché poi, forse, non c’è più tempo…
Nel finale della storia l’autrice lascia spazio ad una dolcezza nuova che concede anche al lettore, oltre che ad Iris, di lasciarsi andare…”piangi pure…”