Scrittore, traduttore e blogger italiano, ma soprattutto un paroliere, ironico ed instancabile, attento osservatore della realtà contemporanea attraverso l’analisi delle parole che siamo soliti usare.
Stiamo parlando di Paolo Nori, classe 1963, che si inserisce nel filone della letturatura emiliana e che, sabato 6 febbraio, ha presentanto il suo ultimo lavoro al Genius Loci di Andria.
“Manuale pratico di giornalismo disinformato” non è un manuale, nè tantomeno un dizionario di giornalismo, bensì un romanzo, in cui il suo protagonista, Ermanno Baistrocchi, si ritrova a dover risolvere un caso di omicidio.
Per raccontare il suo romanzo, Nori ce ne propone degli stralci che catturano il pubblico e ne mettono in luce la notevole bravura con cui, da anni, esercita la pratica della lettura in pubblico.
“Era un periodo che non voleva, si svegliava e pensava “Non voglio”, e le cose che faceva non le faceva perché doveva farle, ma per non fare quello che avrebbe dovuto fare, e cioè scrivere il nuovo romanzo che il suo editore gli aveva chiesto di scrivere.
Pur di non scrivere il nuovo romanzo, guardava su internet, ascoltava la musica, mangiava, si offendeva, perdeva le cose, accettava inviti a tutti i festival, andava in giro a fare corsi di giornalismo disinformato.
Che Baistrocchi, proprio adesso che la gente smetteva di leggere i giornali, si occupava di giornalismo, ma di un giornalismo nuovo, che provava a diffondere: il giornalismo disinformato.
Un giornalismo dove delle cose di cui si scriveva, non si sapeva niente e non si voleva saper niente; un giornalismo dove non si intervistava la gente che contava, ma la gente che non contava; dove non si scrivevano le cose che si possono scrivere, ma quelle che non si possono scrivere.
E Baistrocchi, che ai suoi corsi di giornalismo disinformato consigliava di scrivere le cose che non si possono scrivere, e di non scrivere, per esempio, la cronaca nera, o rosa, adesso che c’era un morto, con un buco nel petto, sul tavolo della sua cucina, era costretto a scrivere un libro di cronaca nera, o rosa, o gialla, si potrebbe dire.”
Il romanzo di Nori è ricco di vita quotidiana, il protagonista del giallo non viene risucchiato dalla risoluzione del caso, bensì la sua è una vita normale, fatta di quotidiano, così la narrazione salta da un episodio all’altro, come non avesse un senso, lasciando argomenti a metà per poi ritornarci sù quasi per caso.
Una narrazione che, però, è ricca di spunti letterari, richiami ad autori della storia della letteratura mondiale che affascianano e che non lasciano altra alternativa se non imergesene nella lettura.
L’evento è stato organizzato dal neonato “Circolo dei Lettori di Andria” in collaborazione con Unitre – Università delle tre età.
In collaborazione con il Circolo, lo scrittore sta realizzando il “Repertorio dei matti della Città di Andria”, in uscita la prossima primavera: un vero e proprio racconto della nostra realtà attraversi occhi “diversi”.
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