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Sanità pugliese – Pino Romano (PD): “La Puglia regione di serie B?”

27 Gennaio, 2016 | scritto da Damiana Dorotea Sgaramella
Sanità pugliese – Pino Romano (PD): “La Puglia regione di serie B?”
Attualità
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Il Consigliere regionale del PD, Pino Romano Presidente della III Commissione consiliare (sanità) ha diffuso la seguente dichiarazione: “La legge di stabilità 2016 e il decreto 70/2015 rischiano di strozzare il sistema sanitario pugliese. E c’è il rischio di una ulteriore riduzione dei servizi erogati ai pugliesi. I vincoli imposti dal governo nazionale trovano una giustificazione nella cattiva prova che le regioni hanno dato in materia sanitaria. Non è solo un problema di scandali.

Dopo tanti decenni – ecco il vero fallimento – non si è riusciti a unificare la sanità degli italiani. Permangono venti differenti sistemi sanitari, e ciò colpisce alle fondamenta il principio dell’eguaglianza dei cittadini. Se poi teniamo in conto una gestione economica disastrosa, che in quasi tutte le regioni fa registrare pesanti situazioni debitorie, il quadro è completo.

E’ legittimo, pertanto, che il governo nazionale tenti di rimettere in sesto la sanità con politiche neocentralistiche. A condizione, però, che si abbia in testa l’idea di migliorare e qualificare il sistema sanitario pubblico, a cominciare dalle aree dove si registrano le maggiori difficoltà.

Con la legge di stabilità 2016 e il decreto 70/2015, e nel silenzio totale dei parlamentari pugliesi e meridionali, si compie però un’operazione opposta: si prende atto che c’è una sanità diversa al sud e al nord, che esistono quindi cittadini di serie A e di serie B, e si ripropongono le diseguaglianze esistenti.

Facciamo parlare i dati: tra Puglia ed Emilia Romagna c’è una differenza di 364mila abitanti a favore della seconda, ma l’Emilia nel 2015 ha percepito ben 7.937.796.000 dal fondo sanitario rispetto ai 7.111.550.000 erogati alla Puglia; -826milioni di euro alla Puglia per soli 364mila abitanti in più all’Emilia!

Non solo. Il ministero della salute pubblica i numeri riguardanti gli addetti ai servizi sanitari: 58.207 operatori in Emilia, 36.273 in Puglia. Anche qui un inaccettabile segno di meno 22mila lavoratori. Qualcuno pensa che avere meno risorse e meno personale sia ininfluente? O anche queste disparità contribuiscono a far scivolare la nostra regione tra le ultime in Italia? E sottolineare queste diseguaglianze significa iscriversi al club dei lamentosi oppure porre con forza il tema di un’attenzione diversa e maggiore verso il Sud?

Non tutto è nelle nostre mani, in definitiva. Ma proprio per questo, nell’imminenza della discussione sulla rete di riordino ospedaliero, occorre un confronto ampio e vero in Consiglio regionale anzitutto ma anche con le organizzazioni professionali e sociali che rappresentano gli interessi dei cittadini pugliesi”.

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