Arriva davvero come un’iniezione di fiducia – considerato le difficoltà del momento e le contestazioni di sabato scorso all’incontro organizzato su Imu e Tasi – il risultato del sondaggio condotto da IPR marketing sulla Governance poll, la classifica di gradimento degli amministratori dei capoluoghi che piazza Nicola Giorgino in 53^ posizione con un indice di gradimento oltre il 50%: “Una iniezione di fiducia nel duro lavoro alla guida di una città complessa come Andria – ha commentato con evidente soddisfazione il sindaco -. E’ questa la chiave di lettura del mio risultato nella graduatoria redatta, ogni anno, da Il Sole 24Ore, ovvero 53esima posizione, terzo in Puglia dopo i sindaci di Lecce e Bari. Avere confermato ogni anno negli ultimi 6 – da che è iniziato il mio mandato alla guida della città – in tutte le classifiche fin qui pubblicate un gradimento superiore al 50%, aumentato di 4 punti rispetto al 2015 e dell’1,8% rispetto al voto del 31 maggio, è un risultato di grande peso. E’ un risultato che continuo a ritenere come un ulteriore stimolo e pungolo a proseguire nel lavoro avviato. Il gradimento ricevuto è ancora più impegnativo se tengo conto che, insieme ad altri enti locali, anche Andria è alle prese con decisioni difficili che incidono sul fronte della tassazione locale. Il consenso ricevuto premia, ovviamente, anche il lavoro della città e di tutti coloro che sono spinti ogni giorno dalla voglia di far crescere la comunità cittadina”.
Sondaggi che tornano utili anche come cartine al tornasole per progettare prospettive future. Attenti però, avvertono dal Sole24ore che ha commissionato l’indagine, a leggere questi risultati come “un fondo di caffè. Primo: quello realizzato da Ipr Marketing non è un sondaggio elettorale, perché non tiene conto di candidature alternative, ma chiede ai cittadini di esprimere in modo secco, in termini di disponibilità potenziale al voto, un giudizio su chi amministra la loro città. Secondo: in tempi di alleanze elettorali ad assetto variabile, un elettorato “gassoso” come quello attuale, che al livello massimo di astensionismo unisce quello minimo di fedeltà nell’urna, rende avventata qualsiasi previsione. Più che come un preventivo, allora, il Governance poll va usato come un consuntivo in corso d’opera sulle esperienze vissute dai diversi sindaci”.
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