‘’Certo che ti farò del male. Certo che me ne farai. Certo che ce ne faremo. Ma questa è la condizione stessa dell’esistenza. Farsi primavera, significa accettare il rischio dell’inverno. Farsi presenza, significa accettare il rischio dell’assenza’’.
Il successo al botteghino de Il piccolo principe non è affatto casuale. A far colpo sugli spettatori non sono state tanto le scene d’animazione, quanto i versi che Antoine de Saint-Exupery ha riportato alla memoria di bambini e adulti. Pensieri stralunati, parole dolci sul vero senso dell’amicizia, rapporti imprescindibili, legami indissolubili, stelle generate dal caos mentale di ogni essere umano afflitto da dubbi e incertezze.
Lo scorso giovedì, presso Materia Prima, ad Andria, è andata in scena la follia. Sul palco, stavolta, non c’erano un principe, una volpe ed un fiore, ma l’evoluzione di valori che, attraverso crepe profonde, sublimano nella più spontanea manifestazione di lealtà.
‘’La testa è rotta’’ è un corto teatrale che racconta la vita di due amici agli antipodi, due caratteri differenti che si incontrano allo sconfinato orizzonte della deontologia spirituale. Uno combatte contro i suoi più reconditi demoni, l’altro cerca di proteggere il primo dalle insidie di una società arretrata ma attuale al tempo stesso. Scritta da Damiano Landriccia, con Michele Cuonzo e Marilena Piglionica, l’opera è un’allegoria, il simbolo di una civiltà fraterna e armonica capace di elevarsi oltre i limiti e le miserie dell’uomo.
L’onirica regia di Marco Pilone e le mirabolanti coreografie di Roberta Piccinonna ci introducono in una realtà parallela, una sorta di rivisitazione teatrale dell’assurdo Samuel Beckett. Qui, però, il domani non è avvolto da un malinconico ‘maybe’, ma dalla certezza di avere accanto una spalla su cui poggiare i propri sogni, i due ragazzi scacciano l’utopistico Godot, scontrandosi a vicenda e trovando un punto d’incontro nell’incondizionato amore che li interseca reciprocamente. Le note soavi del magico pianoforte di Jacopo Gambarrota hanno fatto da chiosa ad una serata nella quale Andria, ancora una volta, ha deciso di abbracciare la cultura ed i suoi fruitori.
“Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non così i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita” (Alda Merini)
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