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Barletta – Ripulita l’entrata della Chiesa di Sant’Antonio

9 Maggio, 2017 | scritto da alessia paradiso
Barletta – Ripulita l’entrata della Chiesa di Sant’Antonio
Ambiente
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Barletta ha la fortuna di aver conservato intatto il suo patrimonio storico-identitario fino ai giorni nostri, per poi veder deturpare i nostri monumenti storici e sacri dai soliti vandali senza onore né cervello o peggio dimenticati dalle istituzioni e dai politicanti locali.

Un esempio lampante è la Chiesa ed il Convento di Sant’Antonio, già risalente alla metà del ‘500 anche se dedicato a San Francesco di Barolo: sia la Chiesa che il Convento sono abbandonati all’incuria e al degrado da ormai sessant’anni per l’incapacità delle istituzioni e per il menefreghismo dei politicanti di mestiere. A ciò si è aggiunta la stupidità di alcuni cittadini di Barletta che, non avendo nulla da fare nella loro vuota ed inutile vita, passano il loro tempo a storpiare i nostri monumenti, imbrattando con scritte e (perché no?) con simboli satanici le facciate delle Chiese, come nel caso della Chiesa di Sant’Antonio.

Forza Nuova hanno provveduto nella notte di ieri a ripulire il portone della Chiesa deturpato dalle solite croci rovesce e stelle a cinque punte da chissà quale gnostico represso. Un piccolo atto, un nulla in confronto ai bisogni di intervento che richiede questa struttura così come altre. Un piccolo atto che ha l’intento di smuovere la coscienza di chi ha il dovere giuridico e morale di intervenire per recuperare tutto il complesso sacro.

Questo è solo un primo passo, perché se sarà necessario Forza Nuova interverrà ancora più incisamente e diffusamente nel recupero di questa e di altre strutture. Bisogna uscire dal solito percorso storico-turistico ed ampliarlo all’intera città di Barletta, che ha ancora molto da offrire. Così come sono invitati i cittadini e le associazioni ad accogliere questo appello e ad aumentare la pressione su chi ha l’autorità di intervenire per il recupero. Così come anche si invitano i cittadini a scendere in strada per recuperare i loro spazi pubblici ed identitari.
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