In occasione della Festa dell’Unità d’Italia, il Museo archeologico ha imbandito ulteriormente il Palazzo Sinesi ricoprendo i balconi con teli dai colori nazionali e illuminando la facciata con luci verde, bianco e rosso. Alla cerimonia sono intervenuti, tra gli altri, il direttore del museo, Alfredo de Biase, che ha tenuto una breve presentazione sul significato della festa, sulla storia della bandiera e dell’inno nazionale, l’assessore comunale allo Sport e Spettacolo, Elia Marro, e alcuni rappresentanti delle istituzioni e della società civile.
Per l’intera giornata la sala al piano terra, presieduta dal picchetto d’onore dell’associazione Arma Aeronautica Militare, è stata allestita con colori e simboli delle bandiere storiche dell’Italia, mentre le note dell’Inno di Mameli hanno accompagnato i visitatori delle sale superiori del Museo.
“In questa giornata dedicata all’unità nazionale, rappresentata dalla bandiera e dalla Costituzione – ha dichiarato l’assessore Marro – , il mio saluto doveroso e partecipato, che è il saluto di tutta la Città, è l’omaggio di Canosa ai valori fondanti della nostra democrazia. Se la bandiera è il simbolo del nostro stare insieme come Stato e Nazione, la Costituzione ne è il nucleo fondamentale, come contenitore e “registrazione” scritta di tutti quei valori ai quali dovremmo sempre improntare il nostro vivere civile. Questo aggettivo va inteso ovviamente nel senso più ampio del termine: civis, che non è solo la città ma la comunità nella quale la nostra terra è inserita. L’ho detto più volte: Canosa non è un’isola e tutto ciò che accade nella nostra nazione, nel bene o nel male, ha riflessi su di noi. Nel bene questo è sicuramente un motivo di forza perché ci permette di usufruire delle occasioni che una grande nazione come l’Italia ci offre. Nel male perché le difficoltà che le grandi nazioni hanno, diventano anche le nostre ma, allo stesso tempo, rappresentano occasioni per fornire il nostro contributo alla crescita di tutti.
Il nostro apporto può essere importante perché è il contributo che gente laboriosa e temprata da secoli di storia, come la nostra, può fornire all’Italia intera, come del resto già fa con i nostri studenti che fuori dalle mura cittadine si fanno onore nelle università e nelle professioni e che i nostri emigrati hanno fatto e fanno in ogni campo della società nazionale. Auspichiamo e siamo sicuri che tuttavia questo sia uno “scambio alla pari”. Cioè che i nostri concittadini portino qui il bagaglio di esperienze accumulato fuori dalla Città, così come hanno fatto, portando le specificità della nostra terra in altri luoghi d’Italia. Oggi celebriamo questa ricorrenza in un luogo “speciale” per Canosa. Uno dei suoi musei in cui è contenuta parte della sua storia e del suo essere. Non si può non ricordare, a tal proposito che la nostra Costituzione tutela il paesaggio ed i beni culturali con attenzione speciale e lungimirante. Continuiamo a farlo anche noi, difendendo l’ambiente, come stiamo cercando di fare con ogni mezzo, e rivendicando in maniera intelligente la particolarità ed unicità della nostra Storia. Sono certo che siamo e continueremo ad essere abbastanza intelligenti per farlo. Nel frattempo, auguri a tutti noi. Viva Canosa e viva l’Italia!”.
Nel corso della manifestazione l’assessore Marro ha portato i saluti dell’intera Amministrazione comunale e, in prticolare, ha letto un messaggio del sindaco di Canosa, Ernesto La Salvia, impossibilitato ad intervenire per ragioni di salute. “A volte diventa arduo trovare ragioni per localizzare feste concepite per l’intera Nazione, ma ci piace pensare che un territorio come quello di Canosa si ritrovi oggi attorno alla sua storia più antica. Non abbiamo bisogno di demagogia, di bandiere, di carri armati che sfilano alle parate, ma sicuramente abbiamo bisogno di ritrovare il nostro sentirci Nazione e a casa nostra essere Città. Viviamo tempi difficili nei quali la volontà di costruire dei nostri padri costituenti, attraverso la simbologia della bandiera, dell’inno, del concetto di Nazione, sembra dover essere sistematicamente smontate da un qualunquismo disfattista dietro al quale si nascondono soltanto interessi di bottega. Se la storia di questa Città, raccolta in una delle sue sedi più rappresentative, oggi si interseca con i simboli di appartenenza della comunità italiana – demagogia a parte – ci fa veramente piacere. Siamo certi che nella mente degli organizzatori – cogliamo l’occasione per ringraziare il direttore Alfredo De Biase – questo rappresenti solo un momento in questo percorso di crescita. Giungano ai canosini gli auguri per la festa di tutti gli italiani che si riconoscono partecipi delle stesse insegne nazionali”.
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