Le prossime settimane saranno cruciali per comprendere la situazione in cui versano due tra le più importanti banche del centro sud Italia, la Banca Popolare di Bari e la Banca Popolare di Puglia e Basilicata. Si riuniranno infatti le assemblee degli azionisti per approvare i bilanci 2016 dei due istituti, dopo le perdite registrate negli anni passati non solo per la condizione generale dell’economia ma anche per un managment che più che essere attento agli interessi dei risparmiatori, la maggior parte famiglie, impiegati, piccoli artigiani, ha perseguito deleterie logiche di incorporazione (Popolare Bari con Tercas) o di espansione (acquisto degli sportelli nel nord est d’Italia da parte della Popolare di Puglia e Basilicata).
Orbene, tutti i risparmiatori di BPB e BPPB, non solo quelli costituitisi nei vari Comitati per la tutela degli azionisti, di cui fanno parte a vario titolo le Associazioni dei Consumatori, vogliono conoscere se le annunciate cure dimagranti nei proclami sbandierati dai Consigli di amministrazione delle banche (riduzione dei crediti in sofferenza, riduzione delle spese inutili a cominciare dai prepensionamenti del personale e dalla chiusura delle doppie filiali), sta portando gli auspicati effetti benefici.
A fronte dell’impossibilità a poter vendere tali titoli azionari, c.d. illiquidità, e di cui si sta occupando anche Banca d’Italia per le sospette vendite da parte di alcuni azionisti, preferiti ad altri e di cui si sta occupando la Magistratura penale, gli azionisti di BPB e di BPPB intendono chiedere pubblicamente ai vertici societari, ovvero per la BPB al Presidente Marco Jacobini ed al CEO Giorgio Papa e per la Banca Popolare di Puglia e Basilicata al Presidente Leonardo Patroni Griffi ed al CEO Alessandro Maria Piozzi, di ristabilire al più presto delle corrette relazioni con gli azionisti circa la situazione economica delle rispettive banche, dal momento che nelle proprie filiali gli stessi dipendenti sono all’oscuro delle recenti decisioni adottate. Spiace oltre modo constatare come in questo lasso di tempo, a fronte della cortina di pervicaci silenzi, siano state diffuse informazioni circa campagne di sostegno a meritorie iniziative filantropiche e di asserito mecenatismo che dovrebbero attenere, dal punto di vista economico, più alla sfera privata degli esponenti che decidono tali provvedimenti piuttosto che addossarle a ulteriori costi per le banche, ergo per gli azionisti.
In questo periodo, è bene ricordarlo, pur a fronte delle perdite subite per scelte aziendali poco oculate, i consigli di amministrazioni si sono addirittura aumentati i propri compensi, quando avrebbero fatto bene a ridurli e concentrare parte di questi introiti alle campagne di sponsorizzazione o destinare le risorse alle perdite patite dagli azionisti, che ricordiamo essere i veri proprietari della banca. Pertanto, nel rinnovare la nostra richiesta a fornire periodicamente e per i canali soliti delle dipendenze del territorio, dati economici riferiti all’andamento della banca, si ribadisce la piena fiducia nell’operato della Magistratura, che su vari ambiti è stata chiamata a giudicare alcune vicende che attengono la vita di questi istituti di credito del territorio, a cui hanno da sempre riposto fiducia migliaia e migliaia di piccoli e laboriosi risparmiatori.
E’ quindi necessario, ora più che mai, che si proceda nel positivo coordinamento delle varie Associazioni dei Consumatori, al fine di assicurare la tutela dei risparmiatori e la fiducia verso il sistema bancario italiano.
Marilena Berardino
Adoc Andria – Trani – Corato
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Mischiare notizie vere ad altre verosimili mi sembra quanto meno poco professionale. Pur partendo da un assunto oggettivo e che mette in difficoltà tanti soci/clienti delle Popolari, come la quasi totale impossibilità di vendere i titoli azionari di entrambe le Banche, si parla al plurale di vicende giudiziarie che, invece, non riguardano in alcun modo la Popolare di Puglia e Basilicata. Così come si unificano in scelte strategiche rivelatesi, con il senno di poi, quanto meno poco profittevoli (acquisizione Tercas da una parte e espansione extraterritoriale dall’altra) Consigli in cui la continuità storica assegna le responsabilità delle scelte stesse, a management e Governance che hanno assunto le redini aziendali anni dopo gli eventi richiamati, in una discontinuità evidente e rarissima, per non dire unica, nel panorama bancario nazionale.
Considerando che si fanno nomi e cognomi, sarebbe più corretto evidenziare queste importanti differenze, a meno che si sia poco informati ( e quindi l’inchiesta giornalistica dov’è ?) ovvero l’obiettivo sia quello di generare ulteriore confusione, nella logica del tanto peggio tanto meglio. Di certo tutti i soggetti indicati saranno chiamati a giustificare avanti alle loro assemblee le proprie responsabilità e scelte, ma per l’appunto sarebbe giusto solo quelle che hanno effettivamente assunto. Non sarebbe poi male entrare un po’ più a fondo nei percorsi effettuati dalle diverse realtà, perché si scoprirebbero senza dubbio ulteriori diversità e, chissà, anche una inaspettata virtuosità.