Alle prime ore dell’alba, a Barletta e Foggia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno dato esecuzione a 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di Ruggiero LATTANZIO detto “rino non lo so”, Luigi MARCHISELLA inteso “lo zio”, Giuseppe CIRINO e Pasquale LATTANZIO detto “fanale”, ritenuti, in concorso, mandanti ed esecutore materiale (il CIRINO) dell’attentato, compiuto con 5 colpi calibro 9, ai danni del pluripregiudicato Michele PELLIZZIERI, verificatosi a Barletta la mattina del 5 ottobre 2012. A causa delle ferite riportate, la vittima morì la mattina del 24 dicembre2012.
Il provvedimento restrittivo emesso dal GIP del Tribunale di Bari Dr.ssa Piliego, su richiesta del coordinatore della DDA di Bari Dr. Pasquale Drago, scaturisce dalle indagini svolte dai Carabinieri della Compagnia di Barletta. Le complesse investigazioni condotte hanno dimostrato come Ruggiero Lattanzio e Luigi Marchisella avevano deliberato l’omicidio per ragioni di contrasto con il Pellizzieri in ordine al controllo delle attività illecite nella città di Barletta, procurandosi l’adesione del Cirino Giuseppe, che così istigavano e determinavano a commettere il reato. In particolare, le indagini hanno evidenziato come i due LATTANZIO avessero preso sotto braccio PELLIZZIERI, proprio allo scopo di indicarlo, senza ombra di dubbio, al killer. Una volta defilatisi i due complici, il Cirino, approfittando del momento opportuno per agire, aveva eseguito materialmente l’attentato, esplodendo all’indirizzo del Pellizzieri cinque colpi di pistola. Nel frattempo, Luigi Marchisella, che già in precedenza aveva provveduto ad organizzare le modalità per la fuga dell’assassino, ne aveva dato concreta attuazione, essendo presente sul luogo dell’attentato ed attivando con una telefonata l’intervento di altro complice, Sabino Grossale (in seguito a sua volta deceduto) il quale aveva prelevato il Cirino sulla litoranea di Ponente a Barletta.
Le complesse indagini, fatte di pedinamenti, servizi di osservazione ed intercettazioni, sono state corroborate dalle convergenti dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che hanno contribuito a confermare in maniera esaustiva un quadro probatorio decisamente consistente che era già stato messo in luce dagli accertamenti dei Carabinieri.
I quattro arrestati sono stati associati alla Casa Circondariale di Trani.
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