A chi spesso mostra scetticismo e freddezza nei confronti dell’UE, gli studenti dell’Istituto Tecnico Aldo Moro di Trani rispondono con grande entusiasmo e riconoscenza per un’irripetibile esperienza. Siamo ormai nel vivo dell’attuazione di un progetto europeo finanziato tramite il Programma Erasmus+ con cui si sta offrendo la possibilità a trenta studenti del nostro istituto di vivere un’esperienza di scambio e confronto con coetanei di altre scuole sul territorio europeo – Friedberg (Germania), Alkmaar (Paesi Bassi) e San Lorenzo de el Escorial (Spagna). Il tema è molto forte ed impegnativo, come lo stesso titolo rivela: “Stand up! – Europe’s youth unites against discrimination!”.
La finalità principale sta, infatti, nel promuovere la conoscenza delle varie forme di discriminazione presenti nella società odierna. L’obiettivo finale è quello di muovere i ragazzi a prendere una posizione personale e consapevole contro qualunque tipo di discriminazione, sentendo la responsabilità di contribuire con le proprie scelte e con i propri atteggiamenti a costruire una società più giusta, tollerante e accogliente.
I risultati delle ricerche su temi quali la parità di genere, le pari opportunità, la giustizia sociale ed economica sono stati presentati di recente al terzo meeting, organizzato dall’11 al 17 novembre presso la scuola spagnola di San Lorenzo de el Escorial dagli studenti: Roberta Botta, Enxhelina Kacbufi, Luisa Miscioscia, Marialaura Rana, Francesco Pio Rubino, Sara Sibio e Giovanni Sollazzo della VF, Greta Tritta della VB, Maria Savino e Gaetano De Benigno della VC, e Maria Pia Paradiso della VE.
Nel gruppo degli studenti partecipanti anche una diligente studentessa affetta da cecità e difficoltà di deambulazione che, non solo ha potuto condividere, così come gli altri compagni, un’indimenticabile esperienza all’estero, ma, con la sua presenza, ha anche contribuito ad incarnare, sotto gli occhi ammirati di tutti, docenti e studenti, ciò che da mesi si sta affrontando con i nostri partners stranieri.
La sua forza interiore e la curiosità per la vita ed il mondo che la circonda hanno rotto con grande naturalezza la diffidenza del pregiudizio, anticamera della discriminazione, che inizialmente serpeggiava tra i partecipanti. Riporto le sue stesse parole a proposito del suo viaggio in Spagna. Ciò che più mi ha colpita del viaggio in Spagna è stata l’accoglienza e il calore della famiglia ospitante: una famiglia da apprezzare per tutto ciò che ha fatto per me, assecondandomi con tanto affetto. Emozionante è stato anche il momento in cui abbiamo visitato il museo tiflotecnico della ONCE (Unione ciechi Spagnola), lì ho potuto toccare statue e moltissimi rilievi di monumenti spagnoli e del mondo. Con questo progetto ho potuto mettere alla prova anche la mia padronanza della lingua inglese, riuscendo a comunicare senza problemi con Laura, la ragazza che mi ha ospitato e con cui ho instaurato una bella amicizia che continua tutt’ora attraverso Skype e i messaggi vocali con Whatsapp.
Sono felice di aver potuto conoscere ragazzi e ragazze di differenti nazionalità, nella scuola mi sono sentita accolta da tutti e non è stato complicato presentare il mio lavoro sulla discriminazione. Gli applausi e i complimenti dagli amici stranieri mi hanno riempito di gioia e orgoglio.
In questo viaggio da ricordare sono migliorata anche nell’autonomia, sono maturata e cresciuta sia interiormente, poiché mi sono sentita appagata da tutte le esperienze fatte, sia nella relazione con gli altri perché ho instaurato rapporti veri e mi sono sentita una di loro. Il lavoro degli studenti dell’Istituto Aldo Moro non si conclude con questo viaggio in Spagna, anzi si arricchisce di responsabilità in previsione del quarto ed ultimo meeting, che si terrà presso la nostra scuola dal 10 al 16 marzo 2017. In tale occasione gli studenti spagnoli, tedeschi ed olandesi sperimenteranno concretamente due realtà: l’integrazione scolastica dei ragazzi diversamente abili e l’accoglienza che il nostro Paese, sul piano istituzionale e del volontariato, offre ai migranti in fuga dal continente africano.
Buon lavoro, ragazzi!
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