In particolare si potenziano i due ospedali di I livello:
Ospedale di Andria: da 150 a 218 pl (+68 pl, 45%), con il potenziamento delle seguenti discipline:
Cardiologia (+ 4); Chirurgia generale (+ 8, che assorbe anche la funzione di chirurgia plastica); Medicina generale (+ 6); Neonatologia (+ 6); Neurochirurgia (+ 7); Neurologia (+6); Ortopedia (+6); Ostetricia e ginecologia (+ 16); Pediatria (+6); UTIC (+ 4); Urologia (+14).
Ospedale di Barletta: da 226 a 271 pl (+45 pl, 20%), con l’attivazione del reparto di Gastroenterologia (+15); Lungodegenti (+ 10); Neonatologia (+ 6); Neuropsichiatria infantile (+ 4); Pneumologia (+ 12). Nonché il potenziamento delle seguenti discipline: Cardiologia, nefrologia, ostetricia e ginecologia.
Anche l’ospedale di base di Bisceglie vede un incremento di 48 posti letto (+40%), con l’attivazione di: Geriatria (+ 10); Malattie endocrine (+ 8); Terapia intensiva (+ 6). Vengono inoltre incrementate le discipline di chirurgia generale, medicina generale, ortopedia, ostetricia e ginecologia, psichiatria.
L’ospedale di Canosa rafforza la vocazione alla post acuzie con 20 pl di lungodegenza e 40 di riabilitazione funzionale e un incremento complessivo di pl di +15.
Complessivamente la programmazione regionale attiva discipline precedentemente non presenti nell’offerta pubblica: neuropsichiatria infantile; malattie endocrine; pneumologia; riabilitazione funzionale e potenzia la cardiologia, la chirurgia generale, la neonatologia, la neurochirurgia, la neurologia, l’ortopedia, l’ostetricia e ginecologia, la pediatria, e l’urologia.
«Il piano di riordino – ha illustrato Emiliano presentando il riordino insieme all’assessore al Welfare Totò Negro, Giancarlo Ruscitti e Giovanni Gorgoni – si fonda su un elemento essenziale, e cioè sul rafforzamento della sanità territoriale con un investimento di 404 milioni. Questa sarà un’assoluta priorità. Il Piano si fonda anche su un altro elemento, e cioè sul potenziamento della rete di emergenza urgenza che vedrà l’attuazione di un solo criterio: non si può avere un ospedale ovunque ma piuttosto una rete di emergenza urgenza che consenta di raggiungere in tempi rapidi e stretti la struttura ospedaliera migliore per il paziente».
Ora il piano dovrà passare all’esame del consiglio regionale, ma le speranze di variazioni sostanziali sembrano ridotte al lumicino.
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