Il movimento Trani#aCapo in conferenza stampa ha dichiarato di aver depositato ieri mattina alla Procura della Repubblica di Trani tre esposti: quello riguardante il ristorante realizzato all’interno della chiesa di Sant’Antuono, i crediti di Amet e gli oneri del Contratto di Quartiere 2.
“Dopo aver proceduto ad effettuare tutta la trafila regolare per essere ascoltati ed avere delle risposte, ha detto il portavoce del movimento, Antonio Procacci, e avendo ricevuto solo insulti e silenzio anche in consiglio comunale e da parte di tutte le forze politiche, abbiamo deciso di informare i cittadini.
Il caso Lampare al Fortino parte dalla denominazione di chiesa, un termine esatto, dice Procacci, perchè anche l’arcivescovo mons. Pichierri ha dichiarato che la chiesa non è mai stata sconsacrata. Una situazione torbida fin dall’inizio. Perfino la soprintendenza non ha concesso il nulla osta. Adesso vogliamo sapere, tramite la Procura, afferma ancora Procacci, chi ha concesso il rinnovo nel 2012 nonostante i numerosi canoni di affitto arretrati. Chi attualmente occupa la struttura non ha mai voluto pagare in questi anni e non lo diciamo noi, ma le carte che sono a disposizione di tutti. Infatti ad oggi non esiste alcuna transazione firmata perché non bisognava nemmeno concedere il rinnovo del contratto. Eppure minacciano di querelarci.
Sul fronte lavori per il lastrico solare costato 60 mila euro, i proprietari chiedono di scomputare la cifra dai fitti dovuti. Una vera assurdità visto che non esiste alcun documento che autorizzi questi lavori. Perfino Legambiente ha presentato alcuni esposti caduti nel vuoto”.
Antonio Procacci insieme ai consiglieri Mariagrazia Cinquepalmi e Aldo Procacci, è poi passato al secondo argomento: crediti Amet.
“A fronte di clienti con 90 mensilità non pagate e nessuna riduzione di energia elettrica, dice Procacci, ci aspettavamo che il sindaco il giorno dopo si presentasse da Amet e dicesse: da qui non esce nessuno finchè non verifico la situazione e non saprò chi è il responsabile che decide chi deve o non deve pagare. In consiglio comunale solo Raffaella Merra si è detta scandalizzata, tutti gli altri hanno taciuto”.
Aldo Procacci, intervenendo, ha chiesto all’amministrazione di far sapere ai cittadini cosa intende fare di Amet perchè al momento non c’è alcuna decisione o progetto”.
Questione Contratto di Quartiere. “Siamo stati in silenzio perchè l’amministrazione stava facendo causa alle ditte coinvolte, Manna e Scaringi, e una transazione con l’impresa di costruzioni Graziano e quindi ci interessava che fossero recuperati i soldi. Ma quando abbiamo verificato che alla scadenza del 30 giugno il primo pagamento della transazione è stato parziale perché la ditta Graziano ha rilevato una anomalia nei conti. Quindi abbiamo deciso di passare ai fatti. Abbiamo verificato l’atto di dilazione pattuito e all’articolo 3 leggiamo: “l’omesso adempimento anche di uno solo dei termini di pagamento comporterà mmediata revoca del permesso a costruire e diritto per il comune di Trani di richiedere tutto il dovuto’. Ad oggi il comune non ha incassato nemmeno un soldo”.
Lunedì i rappresentanti del Movimento si recheranno alla Corte dei conti per depositare i tre esposti e per segnalare anche i dipendenti comunali che hanno permesso tutto ciò.
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