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Allarme carni rosse – I macellai di Bari e Bat: “sappiamo ciò che vendiamo”

1 Novembre, 2015 | scritto da Redazione
Allarme carni rosse – I macellai di Bari e Bat: “sappiamo ciò che vendiamo”
Attualità
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I precedenti sono tanti:
nel 2014 l’allarme Batterio escherichia coli nelle carni bovine
nel 2008 la “carne diossina”
nel 2006 “l’influenza aviaria”
nel 2000 la cosiddetta Mucca Pazza.
Allarmismo periodico quindi, risultato poi sempre ingiustificato.

Un attacco ad una catena di distribuzione che non accetta di trovarsi al centro di discussioni che non sempre fanno chiarezza sull’argomento ma alimentano timori e paure che sono spesso decontestualizzate.

“Ancora una volta – dichiara il Presidente di Unimpresa Bat, Savino Montaruli – si tenta di mettere in crisi un settore strategico per il nostro territorio che vanta un numero eccezionale di esercizi. Nei dieci comuni della Provincia Bat contiamo oltre 400 macellerie delle quali 137 nella sola città di Andria, tutte di altissima qualità che vendono carni fresche, lavorate, insaccati ed oltre 600 esercizi di salumeria che distribuiscono anche insaccati ed altri tipi di carni lavorate, anche preconfezionate. Un Settore, quindi, che non può, periodicamente, subire un sistema di informazione spesso contaminato e disturbato da elementi del tutto esterni ed estranei alle problematiche. L’allarme carni rosse, nella nostra provincia, non preoccupa più di tanto i commercianti i quali affermano di essere consapevoli dell’eccellente qualità delle carni poste in vendita così come i consumatori sono consapevoli di ciò che acquistano nei piccoli esercizi specializzati di vicinato. Ritengo – ha detto Montaruli – che la si debba smettere di criminalizzare il prodotto mentre, semmai, bisogna fare più attenzione alla formazione del consumatore ed è questo che anche i colleghi delle Associazioni degli Utenti debbono fare invece di invocare inutili, dannosi e strumentali divieti. Da parte della Categoria posso affermare senza ombra di smentita che i primi formatori sono proprio gli stessi esercenti e che la formazione si fa nelle botteghe più che nei congressi o nei sondaggi, spesso pilotati. Leggo anche – ha proseguito il Presidente – che si stia facendo mistificazione attorno a talune specialità tipiche del nostro territorio, come ad esempio la carne e salsiccia affumicata, criminalizzate impropriamente e senza tenere conto che le quantità prodotte, messe in vendita e consumate sono minime e comunque tale consumo non rappresenta affatto una consuetudine alimentare anche perché la procedura di preparazione è talmente complessa e minuziosa, talmente attenta ed artigianale che anche gli stessi macellai ne producono, chi la produce, in quantità molto modeste. Non sappiamo cosa possa celarsi dietro quest’altro allarmismo diffuso che vorrebbe addirittura ricomprenderne le carni rosse, di certo gli attacchi ai nostri prodotti tipici, anche nel caso di quelli agricoli, sembrerebbe voler lasciar spazio a prodotti di importazione o industriali che non appartengono né alla nostra cultura né al nostro gusto tanto raffinato che evidentemente burocrati e politici poco avveduti non hanno mai conosciuto.”

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