“Non possiamo correre il rischio che gli asili nido non riaprano a settembre a causa della crisi attuale.
La sospensione dei servizi scolastici ha infatti portato alcuni gestori degli stessi a sospendere le rette mentre gli affitti e le utenze incombono ancora, con il rischio di compromettere la ripresa delle attività e del servizio utilissimo per molte famiglie e per molte donne in particolare”.
Lo dichiarano le consigliere regionali del Movimento 5 Stelle Antonella Laricchia, Rosa Barone e Grazia Di Bari, firmatarie di un’interrogazione rivolta al Presidente Emiliano e alla sua Giunta, per chiedere di stanziare fondi anche per queste attività di supporto alle famiglie, il giorno dopo il flash-mob nazionale #GrazieFamiglie.
“La Puglia è la regione in cui il tasso di occupazione femminile e quello di occupazione maschile hanno il divario maggiore tra tutte le regioni italiane, con le donne occupate che si fermano al 36,5%, secondo la nota trimestrale dell’Istat del 2019 – commenta la consigliera Laricchia –
Questo, unito al fatto che gli asili nido sono veramente pochi in Puglia, fa capire quanta attenzione si debba riservare ai servizi per le famiglie.
Non possiamo permetterci che fallisca un asilo nido, così come dobbiamo ovviamente puntare ad aumentare l’offerta pubblica.
Lo dobbiamo alle famiglie e lo dobbiamo alle donne, che ieri in tutta Italia sono state tributate per aver avuto un ruolo decisivo sulla tenuta sociale durante il lockdown obbligatorio”.
Gli asili nido, come le scuole, potranno riaprire non prima di settembre. Le statistiche dicono che su dieci asili quattro sono totalmente fermi, e sei stanno sopravvivendo con le famiglie, mandando spunti per attività, facendo supporto alla genitorialità e con bambini al di sotto i tre anni, la didattica a distanza è molto difficile.
“I costi di gestione di un asilo non sono soltanto le spese del personale – proseguono le consigliere Laricchia, Barone e Di Bari – ma anche fitto, luce, telefono, gas, assicurazioni ed altro.
Il ricorso al FIS o Cassa integrazione non è altro che uno strumento che consente ai lavoratori di avere un reddito, ma che non mette per nulla in sicurezza gli enti gestori.
Il rischio è che a settembre non riescano a riaprire.
Per questo chiediamo alla Giunta che con le misure straordinarie per fronteggiare le conseguenze socio-economiche derivanti dalla pandemia Covid-19 si salvaguardi la ripresa delle attività di asili nido.
È compito della Regione occuparsi dei diritti sociali, delle politiche sociali e della famiglia e senza alcun intervento della Giunta, molti asili nido non potranno più aprire i battenti”.
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