Dopo ‘Coalizione Civica’ (lista civica di tre consiglieri comunali all’ opposizione) e le “quasi” concomitanti precisazione dell’assessore comunale ai servizi sociali Marianna Salvemini, sulla questione buoni spesa interviene anche il Consigliere Comunale Ruggiero Marzocca, nonché Presidente del Gruppo Consiliare “Barletta Attiva”.
Pubblichiamo di seguito una sua nota stampa, diramata nelle ultime ore, con la quale Marzocca sottolinea che: “sono più di “1.100 le domande di cittadini non ammesse ai Buoni Spesa.”
Il 10 maggio è scaduto il termine per la presentazione della domanda per i “Buoni Spesa” ed il Consigliere Comunale Ruggiero Marzocca, nonché Presidente del Gruppo Consiliare “Barletta Attiva” del Comune di Barletta, evidenzia purtroppo che poco più della metà delle risorse finanziare ricevute dal Governo e dalla Regione Puglia per i Buoni Spesa è stata utilizzata dal Comune di Barletta.
Occorre evidenziare, inoltre, che molte domande non state ammesse in questo bando soprattutto nei confronti di soggetti che, pur trovandosi in una reale situazione di disagio economico, non rientravano nei criteri del bando.
Infatti sono più di 1.100 le domande di cittadini non ammesse ai Buoni Spesa; un numero troppo alto e quindi bisogna decisamente rivedere i criteri di assegnazione, al fine di garantire tale beneficio ad un numero sempre più ampio di persone che versano in una condizione di reale disagio economico.
Purtroppo devo constatare che non sono state ammesse domande presentate da soggetti facenti parte di nuclei familiari che si trovano in una situazione di disoccupazione di lungo corso e/o che percepiscono una piccola entrata economica rappresentata in alcuni casi da una pensione d’invalidità civile.
Ritengo inaccettabile escludere interi nuclei familiari che pur rientrando nei limiti previsti dal bando riguardo l’ammontare dei risparmi (in alcuni casi pari a zero), hanno il solo svantaggio di trovarsi in una situazione di disoccupazione e/o di percepire una piccola entrata economica rappresentata da una pensione d’invalidità civile o altra forma di sostegno al reddito, tali da impedire l’erogazione del buono spesa.
Ecco perché appare necessario rivedere i criteri di assegnazione del buono spesa che, voglio ricordare, serve ad allievare una situazione di bisogno di tipo alimentare.
Pertanto, bisogna riconoscere i buoni spesa a quei nuclei familiari che non sono in grado di soddisfare le esigenze primarie della propria famiglia, legate anche alle numerose spese che una famiglia sostiene mensilmente quali il canone di locazione, la luce, l’acqua, il gas e il condominio.
La mia proposta, indirizzata al Sindaco, è quella di rivedere i criteri di erogazione dei buoni spesa attraverso il riconoscimento dello stesso a coloro che si trovavano in una situazione di disoccupazione anche prima dell’emergenza sanitaria in questione, nonché a coloro che pur percependo altre forme di sostegno al reddito, quest’ultime risultano insufficienti, per garantire l’acquisto di beni di prima necessità.
Concludo chiedendo al Sindaco e all’Assessore ai Servizi Sociali di attivarsi al più presto e di mettere subito a disposizione le risorse finanziare rimaste affinchè non vadano perse a discapito di numerose famiglie che soprattutto in questo periodo emergenziale si trovano in una situazione di grave disagio economico.
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