La fase due è quella della ripartenza per tutti ma non per il consorzio delle Guardie campestri di Andria che, mentre le campagne ricominciano ad animarsi, mette in cassa integrazione i propri addetti.
Non solo, tutto ciò con un avviso, anzi una “comunicazione di servizio” in cui il presidente, rag. Natale Zinni, “informa tutti gli operatori dipendenti che dall’11 maggio 2020, si darà corso alla cassa integrazione guadagni in deroga con turni di lavoro che saranno debitamente rispettati al fine di esplicare il servizio cui il consorzio è destinato a compiere. Tanto per opportuna conoscenza”. Questo il messaggio lasciato ai dipendenti.
“Vorremmo precisare che alle segreterie di Flai Cgil e Fai Cisl non è mai pervenuta comunicazione alcuna che lasciasse intendere o esprimesse la volontà del Consorzio di utilizzare lo strumento della CIG in deroga.
Una scelta che ci lascia fortemente perplessi visto il periodo già delicato che stiamo vivendo dove servono più controlli nelle campagne e non certamente meno. Oltre al fatto che si rischierebbe molto in termini di immagine se si riducesse la presenza di lavoratori sul territorio. Ma poi, questa non era la fase della ripartenza?”, ammoniscono Gaetano Riglietti, segretario generale della Flai Cgil Bat e Pasquale Fiore, segretario generale della Fai Cisl Bari-Bat.
“Danneggiati ne sarebbero naturalmente anche i lavoratori che già percepiscono retribuzioni esigue che verrebbero ancor di più depauperate da una tale decisione del Consorzio.
Ciò che però denunciamo con forza e censuriamo è il fatto che questa decisione venga presa in maniera unilaterale senza il coinvolgimento delle nostre organizzazioni sindacali (tra le maggiormente rappresentative) in un procedimento quale è quello della cassa integrazione che, invece, impone la presenza dei sindacati nell’iter istruttorio.
Oltre al fatto che le nostre organizzazioni sindacali hanno nel consorzio dei lavoratori iscritti. Riteniamo questo comportamento molto scorretto e, purtroppo, dobbiamo dire che è l’ennesimo episodio di scorrettezza che registriamo da parte dei vertici del consorzio. Restiamo naturalmente in attesa di chiarimenti”, concludono Riglietti e Fiore.
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