“In Puglia, i settori dell’industria culturale e turistica sono in caduta libera. La nostra previsione è che se la politica non accelererà con interventi straordinari, sia di immissione di liquidità che di programmazione a medio e lungo termine, gli effetti dell’epidemia Covid-19, brucerà il 30% del fatturato annuo e spazzerà via il 10% del comparto”.
Così Sergio Ventricelli, presidente di “DIALOGOi“, il Distretto Produttivo Pugliese dell’Industria Culturale, dopo aver condotto un’indagine telefonica su un campione di 360 aziende della regione, per raccogliere informazioni sugli effetti economici del Covid-19.
L’indagine, effettuata in coordinamento con Confimi Industria Puglia e l’Agenzia del Turismo per la Promozione del territorio del Comune di Manfredonia, ha coinvolto la filiera della cultura (musei, editori, biblioteche, librerie, teatro, musica, danza, spettacoli, cinema, audiovisivo, tipografie) e del turismo (agriturismi, B&B, alberghi, ristoranti, trattorie, trasporti), evidenziando nel primo semestre 2020, numeri impressionanti: prenotazioni cancellate fino al 90%, lavoratori collocati in cassa integrazione fino all’80%, lavoratori stagionali non assunti fino al 100% ed eventi annullati fino al 100%.
“Da imprenditore – continua Ventricelli – prima ancora che da presidente di DIALOGOi, sono allibito, per la totale mancanza della cosiddetta ‘fase 2’ da parte della politica, che avrebbe dovuto accelerare da almeno una settimana. Sento parlare di riprogrammare attività e progetti, cofinanziati con fondi europei.
Appare evidente che nessuna azienda, in questo momento, può programmare nulla, dunque, questi interventi sono, di fatto, inutili. Per noi la priorità è riaprire.
Seppur con modalità subordinate all’implementazione di un protocollo di sicurezza aggiornato e condiviso che miri alla sicurezza, anche psicologica, di clienti e lavoratori. La chiusura imposta finora è stata l’unica misura possibile, per contrastare efficacemente la diffusione del virus, ma adesso c’è assoluta urgenza di rilanciare.
In Puglia abbiamo numerose agenzie pubbliche, pagate dunque dai cittadini, che potrebbero programmare nuove traiettorie economiche, favorendo anche la creazione di un fondo per lo spettacolo e il turismo. Non ci risulta nulla di tutto questo. Si continua a parlare, mentre il tempo passa, col rischio che il virus sociale ed economico che dovremo affrontare possa essere più devastante di quello epidemiologico” – conclude il presidente di DIALOGOi.
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