di Antonio Leonetti
Durante questa pandemia l’Italia riscopre tanti eroi e in questo articolo vorrei sottolineare la dedizione dei sacerdoti, dei preti e delle suore descritti dal giornale Avvenire come “l’esercito di Dio” che ha aiutato i propri fedeli senza paure e con devozione.
Ad oggi si contano più di 110 preti ed altrettante suore colpiti dal covid19 mentre aiutavano i più bisognosi.
Il virus non ha risparmiato i sacerdoti e le suore di qualsiasi età: in questi giorni è deceduto un prete di appena 46 anni don Enrico Bernuzzi della diocesi di Tortona che non presentava patologie pregresse.
Il giornale Avvenire di proprietà della Cei riporta un’analisi di quanto sta accedendo,dalla quale emergono cinque profili, tratti comuni così descritti:
– la popolarità del nostro clero (la gran parte dei preti sono morti contagiandosi perché sono rimasti in mezzo alla gente anziché pensare a mettersi in salvo, i pochi altri erano in case di riposo);
– la capillarità della presenza di comunità in quartieri di città ma anche in piccoli e minuscoli centri in cui il prete è custode della memoria condivisa, partecipe del passaggio di testimone e di valori tra generazioni;
– la fedeltà a un luogo, spesso per decenni (ci sono parroci rimasti in una comunità per quasi 40 anni);
– l’umiltà di uno stile di servizio nel nascondimento più assoluto, fino a una morte in solitudine;
– la preziosità di presenze che la gente scopre essere indispensabili, specie quando la lontananza coatta – o la morte – li privano di una persona sempre cara, vicina, disponibile.
Sono all’incirca 100 anche le suore che ci hanno lasciati e hanno raggiunto la casa del Signore: con la loro dedizione hanno contribuito al rasserenamento dei fedeli e dei cari che non potevano dare l’ultimo saluto ai propri famigliari.
Solo nella provincia di Bergamo si contano circa 20 sorelle defunte che hanno dato la loro vita assistendo i malati pressocase di cura ed ospedali:purtroppo risultano numerose le sorelle che si ammalano e muoiono senza patologie pregresse.
L’epidemiaha rivoluzionato le giornate dell’esercito di Dio, entrando nei reparti, creando collaborazioni con gli stessi medici: i primi eroi a necessitare di conforto. Sacerdoti e suore hanno messo mani e cuore al servizio della gente, ma anche fondi e strumenti con associazioni territoriali e centrali.
Anche il Papa ha voluto ringraziare i propri eroi evorrei chiudere l’articolo con una sua riflessione: “Oggi, in questo momento, penso al Signore crocifisso e alle tante storie dei crocifissi della storia, a quelli di oggi di questa pandemia; i medici, gli infermieri, le infermiere, le suore, i sacerdoti, morti al fronte come soldati. Ci hanno dato la vita per amore resistenti come Maria, sotto le croci della loro comunità, degli ospedali, curando gli ammalati. Anche oggi ci sono crocifissi e crocifisse che muoiono per amore.”
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