Colloquio con l’avv. Silvio Lattanzio portavoce del GTA (gruppo tessile andriese).
Sono giorni che ormai il comparto industriale e non solo sono fermi. Sono giorni che la disperazione di chi non ha un lavoro aumenta e sono giorni disperati anche di chi il lavoro lo offre, gli imprenditori dei vari settori.
In quest’ottica rientra sicuramente il comparto tessile. Abbiamo raggiunto telefonicamente l’avv. Silvio Lattanzio portavoce di un gruppo spontaneo nato da tempo per discutere delle problematiche del settore tessile.
L’avv. Lattanzio già assessore al Marketing Territoriale della Città di Andria ci ha raccontato di aver inviato una lettera a nome del gruppo che rappresenta alle istituzioni quali Prefetto, Commissario Prefettizio, Direttore Confindustria Moda e Presidente della Camera Nazionale Della Moda Italiana.
A tal proposito l’avv. Lattanzio ci comunica il contenuto della missiva:
“con la presente missiva intendiamo significare quanto segue: in merito all’emergenza Covid-19 Vi scriviamo in nome e per conto del G.T.A gruppo tessile andriese che raccoglie le migliori imprenditorialità della città di Andria e nel contempo opinion leader del comparto tessile dell’intero territorio della provincia Barletta Andria Trani.
Ormai sono decorsi quasi 2 mesi e alla luce degli ultimi Decreti vedasi CURA ITALIA e LIQUIDITA’ ALLE IMPRESE, ci permettiamo sommessamente di dissentire totalmente sulle misure intraprese dal Governo Centrale in quanto non consone alle esigenze attuali delle imprese non solo del nostro territorio ma anche dell’intero comparto tessile nazionale; nel merito entrambi i decreti hanno la stessa ratio che in sintesi si traduce in liquidità indiretta cioè non la non revoca delle aperture di credito e moratoria dei mutui e la concessione di garanzie che sicuramente sono strumenti utili ma non consone per le gravi motivazioni note, poiché le imprese necessitano di tutt’altro e cioè in breve: iniezioni di liquidità diretta attraverso contributi a fondo perduto parametrati con le percentuali medie ponderate inerenti al decremento del fatturato commisurato al periodo e nel contempo attuare una defiscalizzazione per l’intero anno; in tal modo, a nostro avviso, si possono porre i fondamentali economici e finanziari per un vero e proprio piano Marshall inerente al rilancio e alla programmazione industriale della filiera del tessile e non solo.
Pertanto, qualora non saranno poste in essere tali misure, ahi noi, saremo spettatori a innumerevoli cessazioni di attività delle piccole imprese che costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana con le conseguenze gravi che ne deriveranno sia sul piano lavorativo nonché sul piano economico sociale”.
Poche ma precise richieste che attendono risposte per un comparto che muove svariati milioni di euro e con questa situazione rischia di far chiudere tantissime aziende con conseguente perdita di lavoro per tante famiglie.
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