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Lontra avvistata alla foce dell’Ofanto: un evento importante per la conservazione della biodiversità

4 Marzo, 2020 | scritto da Redazione
Lontra avvistata alla foce dell’Ofanto: un evento importante per la conservazione della biodiversità
Ambiente
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La lontra (Lutra lutra) è un mammifero di media taglia appartenente alla famiglia Mustelidae. La particolarità dell’ambiente necessario alla sua sopravvivenza, racchiuso in una stretta fascia tra acqua (essenzialmente acque interne) e terra, è testimoniata dal suo corpo affusolato, dalle zampe dotate di membrana interdigitale, e dagli altri adattamenti di questo straordinario carnivoro semi-acquatico.

Preoccupante è lo status della specie nel nostro Paese, dove appare come uno dei mammiferi a maggior rischio d’estinzione; la lontra è infatti annoverata tra le specie In Pericolo (EN, Endangered) della Lista Rossa dei Vertebrati Italiani. La popolazione italiana risulta estremamente vulnerabile e fragile, a causa della sua esiguità numerica (meno di 300 sono gli individui adulti in grado di riprodursi), e della ristrettezza e frammentazione della sua distribuzione, concentrata più che altro al sud della penisola. Ciò si deve alla grave situazione in cui versano gli habitat di riferimento per la specie (fiumi, torrenti, laghi, ma anche canali e foci). In particolare, la progressiva scomparsa delle fasce ripariali, fondamentali per la lontra, e l’inquinamento delle acque con il conseguente bioaccumulo, a cui la specie è estremamente sensibile vista la sua posizione di vertice nella catena alimentare, sono da ritenersi le principali minacce.

Per le ragioni appena esposte, la lontra è spesso considerato un bioindicatore, e la sua presenza un segnale di ottima qualità ambientale. Quindi il recente avvistamento (fine gennaio), di un individuo di lontra nei pressi della foce dell’Ofanto, rappresenta sicuramente un evento importante per la conservazione della biodiversità. Per quanto la presenza della lontra lungo l’Ofanto è un fatto acclarato, l’avvistamento di una specie così elusiva, tra l’altro in pieno giorno (la specie è più attiva di notte), è sempre un evento eccezionale. Purtroppo l’individuo in esame mostrava, in particolare nei suoi movimenti a terra, evidenti segni di trauma. Quanto descritto, se da un lato conferma il trend positivo segnato negli ultimi anni dalla specie nel nostro Paese, in particolare in Campania, Basilicata e Puglia, dall’altro evidenzia la sua precaria e fragile condizione.

La lontra per sopravvivere ha bisogno di acque pulite e ricche di pesci (che costituiscono gran parte della sua dieta), di corsi d’acqua protetti da una fitta vegetazione ripariale dunque con argini non cementificati, e più in generale di una notevole complessità ecologica. Tale complessità è necessaria per manifestare il carattere all’occorrenza opportunistico della lontra, evidenziato dall’eterogeneità della sua dieta. Si evidenzia a riguardo, come la progressiva scomparsa degli anfibi rappresenti un’ulteriore minaccia per la sopravvivenza della specie, in quanto nelle stagioni in cui la risorsa ittica scarseggia la lontra è solita integrare la sua dieta con rane soprattutto.

Tutte queste considerazioni pertanto non ci consentono di gioire realmente per questo evento seppur importante, facendoci invece riflettere sulla impellente necessità di una gestione adeguata dei preziosi ambienti umidi necessari alla sopravvivenza della lontra, e del loro potenziamento in termini di connessione attraverso strumenti ad hoc (rete ecologica).

A cura di Rocco Carella
Dott. forestale, dottore di ricerca in Studio e Progettazione del Paesaggio, Consulente ambientale, Autore

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