Un coro unanime “Giustizia per Chico” quello che da Nord a Sud Italia è giunto anche ad Andria e Barletta dove da qualche giorno sono ben visibili dei manifesti (alcuni in zona Patalini) a favore di Chico Forti.
Negli ultimi tempi alta è l’attenzione verso Forti, tant’è vero che in occasione del suo 61esimo compleanno (lo scorso 8 febbraio) anche il mondo del calcio si è mobilitato per sostenerlo; la curva Milan ha lanciato un messaggio forte e chiaro:
“Che sia la battaglia di tutti, che sia la battaglia di un popolo e di una nazione. Liberiamo Chico Forti”, questo l’appello lanciato durante il derby di Milano (dello scorso 9 febbraio 2020) per la liberazione di Forti detenuto da vent’anni in un carcere di massima sicurezza negli Stati Uniti e condannato all’ergastolo per l’omicidio in Florida di Dale Pike. I tifosi rossoneri avevano già esposto uno striscione in favore della scarcerazione di Forti nel match contro il Verona (lo scorso 2 febbraio 2020).
Ma chi è Chico Forti?
E’ un velista e produttore televisivo italiano che negli anni ’90 “sbarcò il lunario” negli Stati Uniti fino al 15 febbraio del 1998, quando fu arrestato per l’omicidio di Dale Pike, figlio di Anthony Pike, dal quale Forti stava acquistando il Pikes Hotel, struttura che negli anni ’80 era il fulcro della movida spagnola di Ibiza. Chico Forti, dal 2000, anno in cui una giuria americana lo ha giudicato colpevole “oltre ogni ragionevole dubbio”, ha sempre proclamato la sua innocenza considerando anche le enormi ombre che negli ultimi vent’anni aleggiano sulla questione giudiziaria del nostro connazionale.
Tanti i dubbi su un processo alquanto “assurdo” per cui anche “Le Iene” hanno di recente acceso i riflettori sulla vicenda trasmettendo una serie di servizi onde poter ricostruire l’intera storia.
Se tutto quel che riguarda il caso Forti fosse accertato , il governo americano dovrà far fronte ad un caso di eclatante malagiustizia .
Il processo all’ex velista trentino, durato solo ventiquattro giorni, presenterebbe varie omissioni piuttosto infide .
Il movente, che sarebbe riconducibile alla trattativa per l’acquisto del Pikes Hotel resta molto flebile, secondo la ricostruzione della iena Gaston Zama, in atto c’era si una truffa, ma proprio ai danni di un ignaro Chico Forti e non al contrario come sostenuto dall’accusa; tant’è vero che prima della condanna per omicidio premeditato Forti era stato assolto da otto capi d’accusa riguardanti la frode
Le prove a suo carico, secondo diversi esperti, sia italiani che americani, ai quali è stato chiesto un parere dal programma di “Italia Uno” con documenti alla mano, reggono poco oltre ad essere inverosimili.
Maggiori informazioni sulla storia di Forti sono consultabili sul sito: http://www.chicoforti.com/
Dora Dibenedetto
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