Offrivano lavoro su internet in un centro massaggi, ma in realtà il lavoro consisteva nel soddisfare le richieste di tipo sessuale dei clienti.
Un vero e proprio giro di prostituzione chiuso nelle mura di centri massaggi di nove città in tutta Italia, gestito da due coniugi. A smascherare il giro è stata la Polizia di Stato durante l’operazione “Vishudda”, come si apprende dalla nota ufficiale della Polizia di Stato:
“Marito e moglie avevano organizzato un vero e proprio mercato della prostituzione all’interno di nove centri massaggi sparsi in varie città d’Italia. La Squadra mobile di Ancona, nell’ambito dell’operazione “Vishudda”, ha indagato, oltre ai due fondatori dell’organizzazione, altre tre persone per induzione alla prostituzione; nell’ambito delle indagini sono stati sequestrati nove centri massaggi all’interno dei quali le ragazze erano costrette a prostituirsi.
Le indagini, partite alla fine del 2017 da Ancona, hanno portato a scoprire che la prostituzione avveniva anche in altri locali di Faenza (Ravenna), Curtatone (Mantova), San Giovanni in Marigliano (Rimini), San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), Pescara, Barletta e Bologna. I due coniugi reclutavano ragazze italiane tramite annunci di offerte di lavoro a tempo indeterminato e attraverso siti internet.
Una volta assunte, le giovani donne venivano indotte a prostituirsi, dopo un adeguato addestramento impartito all’interno di centri massaggi dagli stessi promotori.”
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